Un prezzo lievitato di una volta e mezza. 115 milioni di euro al chilometro per andare da Genova a Tortona. Il sospetto delle infiltrazioni malavitose tra i soci del general contractor. Gavio, Rivalta e il porto di Genova.
di Andrea Guenna
QUARTA PARTE
Alessandria – In merito al faraonico Terzo Valico dei Giovi la task force palenzoniana in provincia di Alessandria ha dato i primi importanti risultati già da qualche mese. Infatti è stata proprio la Provincia di Alessandria, che annovera, fra funzionari e politici, molti palenzoniani doc, a firmare una sorta di protocollo d’intesa col Comune di Genova (entrambi gli enti targati PD) in merito alla realizzazione dell’opera. Per la precisione l’accordo è stato sottoscritto a fine settembre 2011 tra Rfi, Regione Liguria, Comune di Genova e Provincia di Alessandria, e consegna il business, con annessi e connessi, a Cociv-Impregilo, cioè essenzialmente al Gruppo Gavio. A questo punto c’è da chiedersi perché Gavio tenga tanto a rendere il più veloce ed il più capace possibile il trasporto di cose tra Liguria e Piemonte, al di là dell’aspetto economico derivante dalla realizzazione della struttura in sé, che non è certo cosa di secondo piano. Il motivo, neppure tanto latente, è l`interesse strategico del gruppo di Tortona nei confronti della logistica del nord-ovest in connessione con il porto di Genova. Infatti nello scalo di Sampierdarena Gavio si è aggiudicato, in joint con il gruppo Messina, l`ex terminal Multipurpose, con una proposta che prevede investimenti privati per diversi milioni nella realizzazione di nuovi piazzali costruiti interrando parte dello specchio acqueo. Parimenti, per avere mano libera nell’Oltregiogo Piemontese, il Gruppo Gavio sta assestando un colpo societario all’interno dell’Interporto di Rivalta Scrivia che gli consentirebbe il dominio assoluto del centro logistico più grande d’Europa. Sarebbero infatti in fase di chiusura trattative per acquistare la quota della famiglia Fagioli e ciò consentirebbe al gruppo di Tortona ed ai suoi amici, Sud Trasporti compresa, il totale controllo del transito tra Liguria e Piemonte con l`interporto di Rivalta Scrivia collegato via ferrovia con il porto di Genova e naturale “polmone” di sfogo per lo scalo marittimo. Si prevede che il contratto possa essere perfezionato già ad aprile, comunque dopo che sarà chiuso il bilancio 2011. Allo stato attuale la famiglia tortonese ha una partecipazione del 47%, il resto fa capo a Fagioli e a diverse istituzioni. Con l’acquisto delle quote di Fagioli e quello delle quote del fondo F2I che deteneva il 22,7% (oltre alle quote di minoranza già acquisite che erano del Comune di Tortona), Gavio si appresta a detenere quasi il 100% della società. L’affare sembra veramente alla portata dei tortonesi perché la famiglia Fagioli avrebbe qualche problemino di liquidità, stando a quanto si dice negli ambienti finanziari più informati, e sarebbe disposta a vendere sicuramente la maggioranza, forse tutte le quote nell`Interporto. La notizia ha entusiasmato gli ambienti politici e finanziari genovesi, col presidente della Regiopne Liguria Claudio Burlando ed il senatore PDL Luigi Grillo, Presidente della 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) in testa. A proposito di Grillo, c’è da dire che era stato coinvolto proprio in un’indagine sugli scavi pilota nella linea Tav Genova-Milano. Si parlò di truffa aggravata (cento miliardi di lire). Tra gli altri indagati l’allora amministratore delegato Tav, Ercole Incalza, poi Marcellino Gavio e il suo braccio destro Bruno Binasco. Finì con la prescrizione, Grillo e i coindagati furono tra i primissimi a beneficiare della “ex Cirielli”. A ben guardare non solo Grillo non appare propriamente illibato come una carmelitana, perché anche Mario Ciaccia – sempre lui – attualmente vice del potentissimo ministro ed ex banchiere Passera, si trova a dare il via a tempo di record alla nuova infrastruttura finanziata dalla banca per gli investimenti del gruppo Intesa di cui lo stesso Ciaccia era a capo prima di entrare in politica col suo capo Passera. Il tutto patrocinato con una strana manifestazione organizzata dal PD genovese nel luglio 2011, di cinquecento persone in giacca e cravatta che sfilarono tra lo stupore generale (di solito i cortei li fanno gli operai e gli studenti) per le strade del centro, portando al Prefetto una lettera che chiedeva l’avvio dei lavori. In quella piccola folla c’erano il sindaco Marta Vincenzi, il presidente della Regione, Claudio Burlando, i vertici della banca Carige (tra i soci Gavio, nel cda membri delle famiglie Scajola e Bonsignore, nonché Marco Simeon vicino a Tarcisio Bertone, sì proprio lui, il supercardinale segretario di Stato Vaticano) e gli imprenditori che contano. Risultato fu che i lavori sono partiti coi soldi del CIPE e sotto la direzione del commissario governativo Walter Lupi, all’epoca indagato e poi condannato a un anno in primo grado per l’utilizzo privato di un villino di proprietà del Demanio quando era Provveditore alle Opere Pubbliche di Lombardia e Liguria.
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