Alessandria – Il decreto Monti (i decreti legge entrano subito in vigore ma devono essere convertiti in legge ordinaria dal Parlamento entro 60 giorni, se sono bocciati decadono) prevede una farmacia ogni 3000 abitanti (prima il limite era 4000 abitanti nelle città e 5000 nei paesi). Nella nostra provincia le farmacie sono in esubero perché sono 178 per 440.613 abitanti, per il decreto dovrebbero essere 127. La differenza la fanno i paesi piccoli che hanno una farmacia anche se non hanno nemmeno 3000 abitanti. Le licenze ormai ci sono e nessuno le può toccare, e poi il decreto tende a sviluppare la concorrenza per cui se le farmacie sono già tante è un bene. Tuttavia non bisogna fare la divisione degli abitanti della provincia per 3000, per ottenere il numero delle farmacie, perché i conti bisogna farli comune per comune. E poi ci sono i resti, per cui il decreto recita: per i comuni al disotto dei 9000 abitanti “la popolazione eccedente (…) consente l’apertura di una ulteriore farmacia, qualora sia superiore a 500 abitanti”, invece per quelli con popolazione superiore a 9000 abitanti (nella nostra provincia sono sette, compreso il capoluogo) “l’ulteriore farmacia può essere autorizzata soltanto qualora la popolazione eccedente rispetto al parametro sia superiore a 1.500 abitanti”. Facendo due conti ci risulta che bisogna aggiungere quattro farmacie ad Alessandria; due a Novi, Tortona, Valenza; una a Ovada, Pozzolo, Castelletto Monferrato, Puntecurone. Nei centri maggiori il problema non sarà solo quello del numero ma anche della distribuzione delle farmacie perché dovrà essere in qualche caso rivista la pianta delle ubicazioni.
COSA DICE IL DECRETO MONTI
Art. 11 – Potenziamento del servizio di distribuzione farmaceutica, accesso alla titolarità delle farmacie e disciplina della somministrazione dei farmaci generici.
1. Il secondo e il terzo comma dell’articolo 1 della legge 2 aprile 1968, n. 475, e successive modificazioni sono sostituiti dai seguenti: «Il numero delle autorizzazioni è stabilito in modo che vi sia una farmacia ogni 3.000 abitanti. La popolazione eccedente, rispetto al parametro di cui al secondo comma, consente l’apertura di una ulteriore farmacia, qualora sia superiore a 500 abitanti; nei Comuni fino a 9.000 abitanti, l’ulteriore farmacia può essere autorizzata soltanto qualora la popolazione eccedente rispetto al parametro sia superiore a 1.500 abitanti».
2. Le Regioni e le Province autonome di Trento, e di Bolzano provvedono ad assicurare, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, l’approvazione straordinaria delle piante organiche delle farmacie, in attuazione della previsione dì cui al comma 1. In deroga a quanto previsto dall’articolo 9 della legge 2 aprile 1968, n. 475, sulle sedi farmaceutiche istituite in attuazione del comma 1 non può essere esercitato il diritto di prelazione da parte del Comune. Entro i successivi 30 giorni le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano bandiscono un concorso straordinario per soli titoli per la copertura delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione o vacanti, fatte salve quelle per le quali sia stata già espletata la procedura concorsuale, nel rispetto delle previsioni del comma 5 e riservando la partecipazione allo stesso ai farmacisti non titolari di farmacia e ai titolari di farmacia rurale sussidiata. L’adozione dei provvedimenti previsti dai precedenti periodi del presente comma costituisce adempimento soggetto alla verifica annuale da parte del comitato e del tavolo di cui agli articoli 9 e 12 dell’intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano del 23 marzo 2005, ai fini dell’accesso al finanziamento integrativo del Servizio sanitario nazionale.
3. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, sentiti l’unità sanitaria locale e l’ordine provinciale dei farmacisti, competenti per territorio, possono istituire ulteriori farmacie:
a. nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti civili, nelle stazioni marittime e nelle aree di servizio;
b. nei centri commerciali e nelle grandi strutture di vendita con superficie superiore a 10.000 metri quadrati, purché non sia già aperta una farmacia a una distanza inferiore a 1.500 metri.
4. Fino al 2022, tutte le farmacie istituite ai sensi del comma 3 sono offerte in prelazione ai Comuni in cui le stesse hanno sede.
5. Ai concorsi per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche i laureati in farmacia in possesso dei requisiti di legge possono concorrere per la gestione associata, sommando i titoli posseduti. In tale caso la titolarità della sede farmaceutica assegnata è condizionata nel tempo alla sua gestione associata da parte degli stessi vincitori su basi paritarie, fatta salva la premorienza o sopravvenuta incapacità. L’attività svolta dai laureati in farmacia negli esercizi commerciali di cui all’articolo 5, comma 1, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, è un titolo che non può essere valutato in misura non inferiore al settanta per cento rispetto all’attività lavorativa svolta nelle farmacie.
6. Le farmacie possono svolgere la propria attività e i servizi medici aggiuntivi anche oltre gli orari e i turni di apertura, e praticare sconti sui prezzi pagati direttamente da tutti i clienti per i farmaci e prodotti venduti, dandone adeguata comunicazione alla clientela.
7. Decorsi inutilmente i termini per gli adempimenti previsti dal comma 2, il Consiglio dei ministri esercita i poteri sostitutivi di cui all’articolo 120 della Costituzione della Repubblica italiana, con la nomina di un apposito commissario che approva le piante organiche delle farmacie ed espleta le procedure concorsuali in attuazione della previsioni di cui al presente articolo e in deroga a ogni altra disposizione normativa.
8. Al comma 9 dell’articolo 7 della legge 8 novembre 1991, n. 362 e successive modificazioni, dopo le parole: «vengano meno» aggiungere le seguenti: «per sei mesi» e dopo la parola: «cede» aggiungere la parola: «comunque».
9. Il medico, salvo che non sussistano ragioni terapeutiche contrarie nel caso specifico, inserisce in ogni prescrizione medica anche le seguenti parole: «o farmaco equivalente se di minor prezzo».
LA PROBABILE NUOVA DISTRIBUZIONE DELLE FARMACIE SECONDO IL DECRETO
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