Torino – Omar Favaro, 41 anni, tristemente noto per il tragico delitto che si è consumato nel 2001 a Novi Ligure quando furono uccisi accoltellati da lui, in complicità con la figlia della vittima Erika De Nardo, la madre di Erika e il fratellino di lei con 97 coltellate. Scontata la pena, e residente in provincia di Torino, si è ricostruito una vita ed è diventato padre di una bimba nata dalla relazione con la donna conosciuta sui social 9 anni fa. Un’unione felice. Poi, durante il periodo del lockdown, i rapporti si sono deteriorati e la convivenza sarebbe degenerata in violenze e umiliazioni. Favaro è stato denunciato dalla ex moglie sposata nel 2017 per violenza sessuale e maltrattamenti inflitti a lei e alla figlioletta. Lui respinge le accuse che si riferiscono a una ventina di episodi pesanti, che sarebbero avvenuti dal 2019 al 2021, contestati dalla procura di Ivrea, tra cui minacce di morte e di sfregiare la faccia della sua ex con l’acido, oppure di ridurla su una sedia a rotelle. Ma anche percosse e violenze fisiche e psicologiche. Le avrebbe rotto il cellulare, controllandola per gelosia in maniera ossessiva e impedendole di vestirsi come voleva, o di praticare la sua fede religiosa. Omar, che è assistito dall’avvocato Lorenzo Repetti con il collega di studio Vittorio Gatti, ha sempre sostenuto che la sua ex moglie l’avesse accusato solo perché era in corso la battaglia per l’affidamento della figlia. Durante le indagini il pm aveva chiesto la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle vittime. Ma i giudici del Tribunale del riesame di Torino avevano detto di no, ritenendo che la donna e la bimba non corressero più pericoli, non vivendo più insieme ed essendosi trasferite in un altro Comune.