Alessandria – Come se niente fosse, ieri in Prefettura (nella foto Ansa la Prefetta Alessandra Vinciguerra) s’è discusso di ordinaria amministrazione a proposito della ex Solvay (oggi Syensqo) con l’aggiornamento del piano di emergenza esterna in caso di incidente rilevante. Un intervento già previsto da tempo che non serve a niente e non tiene conto dell’emergenza nata dall’ultimo incidente del 28 agosto scorso a causa della perdita d’un intermedio di lavorazione da un contenitore mobile stoccato nell’area logistica. Per questo sono intervenuti l’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale), i Vigili del Fuoco, la Polizia Locale e i Carabinieri. Alla luce delle rassicurazioni (?) della multinazionale sugli interventi legati alla sicurezza e sui sistemi di controllo effettuati negli ultimi anni è emersa la decisione di non ampliare l’estensione dell’area attorno al Polo Chimico coinvolta dal piano: una zona con un raggio fino a 3,7 chilometri attorno agli stabilimenti. Tutto ciò è ridicolo: la prefettura conferma la sua fiducia a un piano di sicurezza presentato dagli stessi che in cento anni hanno inquinato irrimediabilmente la falda acquifera di Spinetta e contaminato la zona in maniera irreversibile. Tutto ciò è come nominare Dracula presidente dell’Avis. Ci ricordiamo il mai dimenticato Guido Manzone che era solito dire che per bonificare Spinetta Marengo e il Bormida bisognava innanzi tutto chiudere la Solvay, quindi dirottare il corso del fiume Po lungo l’area – compresa la falda – per circa un secolo. E Manzone, pur in modo volutamente paradossale, di queste cose si intendeva. Ora si sfiora veramente il ridicolo se non si trattasse di una tragedia.