Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e devo occuparmi di una “merda pubblico-finanziaria” che, forse, solo noi mandrogni sappiamo pianificare e realizzare grazie all’aiuto dei cugini de Zena. Si tratta – aprite bene le orecchie – di abuso edilizio pubblico! Mi viene da piangere ma è così. Finalmente i colpevoli del dissesto finanziario e idrogeologico del Comune di Alessandria stanno per essere scoperti. Grazie alla “Sentenza SOGEGROSS” vinta dal Comune di Alessandria. Noi di Alessandria Oggi siamo orgogliosi di fare onestamente il difficile e pericoloso mestiere del cronista che ormai, purtroppo, quasi nessuno fa più. Sono tutti addetti stampa, pagati dal potere bancario e politico che a sua volta è finanziato dal potere bancario. Ormai sono tutti e tutte (le donne anche qui sono la maggioranza) addetti stampa di chi comanda. Di rompicoglioni come noi non ce ne sono più. Pazienza. Già il 13 febbraio 2024 avevamo scritto cosa stava succedendo in Comune ad Alessandria (Articolo “Speculazioni edilizie di Stato per edifici che cadono a pezzi dopo solo 40 anni – https://www.alessandriaoggi.info/sito/2024/02/13/speculazioni-edilizie-di-stato-per-edifici-che-cadono-a-pezzi-dopo-solo-40-anni/). Ora il TAR Piemonte con la sentenza che dà ragione al Comune di Alessandria, costringe la Società SOGEGROSS (gruppo operante nella grande distribuzione organizzata all’ingrosso con la formula del cash and carry e al dettaglio con le insegne Basko, Doro Supermercati ed Ekom. La società ha sede a Genova e ha come mercato di riferimento la Liguria, il Piemonte, la Toscana, la Lombardia e l’Emilia-Romagna: anche qui i genovesi rompono gli zebedei! Come lo fanno loro non lo sa fare nessuno) alla quale era stato revocato il piano esecutivo convenzionale, a risarcire di oltre due milioni di euro l’Ente Comune. Per farla breve, i permessi rilasciati in precedenza non tenevano conto dei vincoli del piano dell’assetto idrogeologico (Pai) della Città di Alessandria. Vincoli che, ovviamente, avrebbero comportato un investimento in sicurezza ben maggiore e che invece sono stati in origine tranquillamente ignorati, o peggio elusi. La situazione, però, è ben più grave: i vincoli del piano in questione, con la scusa che sarebbero diventati obbligatori solo dopo qualche anno, sono stati disattesi in gran parte dai permessi rilasciati grazie a compiacenti periti di parte. Milioni e milioni di euro che il Comune di Alessandria avrebbe legittimamente dovuto incassare negli anni come oneri di urbanizzazione primaria (per la sicurezza idrogeologica) e che invece non ha mai visto. Da lì il dissesto finanziario e il dissesto idrogeologico sono andati a braccetto. Chi ha permesso tutto ciò? Quando puntavamo il dito sul settore comunale dell’Urbanistica avevamo visto giusto. All’orgoglio di fare bene il nostro mestiere si accompagna, però, l’amarezza che neppure oggi i colpevoli (tecnici e politici) di questo immenso disastro abbiano pagato. Qualcuno è meglio che cominci a fare il proprio mestiere di giudice e di controllore. Così come noi di Alessandria Oggi sappiamo fare il mestiere del cronista. Non è difficile, bisogna avere coraggio, avere la coscienza pulita, sapere quel che si fa e fare quel che si sa ma, soprattutto, mandare affanculo chi se lo merita che poi – nel nostro caso – ci querela. Pazienza.
E io pago.