Alessandria – Le fondamenta di Amag traballano. Tra le bollette impazzite per cui gli utenti sono pronti a prendere i forconi invece di pagare cifre deliranti per le utenze, i debiti milionari, l’incertezza societaria, sono arrivate le dimissioni di una brava funzionaria che se ne va per la disperazione. Si legge fra l’altro: “La sottoscritta (…), con la presente intende rassegnare le proprie dimissioni con effetto immediato dalla carica in oggetto. Le motivazioni alla base di questa azione sono riconducibili al rilevamento di differenza di vedute, metodi ed obiettivi in disaccordo con le indicazioni di indirizzo del socio di maggioranza e di parte dell’attuale composizione dell’organo amministrativo. Invito i Signori Soci ed i Consiglieri a proseguire i progetti di rivalutazione in termini partecipativi e decisionali all’interno delle aziende del gruppo più vicine alle esigenze dei Piccoli Comuni, che fino ad oggi ho tentato di rappresentare nell’interesse aziendale e territoriale. Invito inoltre gli organi preposti all’adempimento delle formalità occorrenti presso il registro delle imprese al fine di rendere efficace la presente, ed alla convocazione degli organi societari competenti per procedere alla mia sostituzione. Cordialmente”.
Insomma qui si legge che non si capisce chi decide, cosa decide, quanto costano i servizi forniti.
Si capisce solo che la brava signora da anni dipendente delle multiservizi di Alessandria e di altri Comuni, Acqui Terme compreso, ha capito che la partecipata dei servizi sta andando a sbattere e prima di schiantarsi, lei scende.