Alessandria – In provincia si è scatenata la fronda del centrodestra capeggiata da manipoli contro l’autocandidatura del sindaco di Acqui Danilo Rapetti alla carica di presidente della Provincia. Quel Danilo Rapetti che, al di fuori della cronaca nera, sta facendo parlare di sé dopo dieci anni alla guida della città termale con una formazione civica che nelle urne ha surclassato le forze politiche in cui in passato aveva militato, prima Forza Italia, poi la Lega, poi Fratelli d’Italia che, per questo, rischia di sacrificare un suo uomo, Luigi Benzi sindaco di Quargnento, a Palazzo Ghilini. E anche qui – ma che s’ha da fa’ pe’ campa’ – il povero Federico Riboldi (lui forse non è omosessuale) che entra in gioco per aver condotto, nel suo ruolo di vertice dei meloniani in Piemonte, la scelta di Benzi. Una scelta che propenderebbe per Rapetti che – noi facciamo i cronisti e basta – a giugno è stato protagonista di una “strana” vicenda che lo ha visto strettamente e intimamente amico con un giovane marocchino arrestato nell’abitazione dove a quell’ora della notte, in camera da letto, c’era proprio lui, il sindaco di Acqui Terme Danilo Rapetti. Abbiamo riso tutti a crepapelle, ma le dimissioni del sindaco non sono arrivate. E dal Carroccio rispuntano ruggini con FdI, mai cancellate del tutto, a partire dalla crisi aperta a Novi Ligure che portò alle dimissioni del sindaco leghista Gian Paolo Cabella. Riboldi ha cercato di metterci una pezza: in fondo farsi trovare in mutande alle tre di notte nella camera da letto di un giovane marocchino non è poi una cosa così importante anche se ad essere “pizzicato” è il sindaco. E dopo il passo indietro di Benzi, si dice che perfino Gianluca Colletti di Forza Italia appoggerebbe Rapetti anche se lo stesso Colletti avrebbe voluto essere candidato alla presidenza della Provincia. Pazienza, sarà per la prossima volta. Gli è che la base della destra Rapetti non lo vuole. In queste ore ci hanno telefonato in molti lettori che non vogliono Rapetti per motivi che, per evitare querele, non riportiamo. La base si sta staccando dal vertice e di questo – dato che all’orizzonte incombe minaccioso Vannacci – i politici di destra, piemontese e italiana, devono prendere atto.