di Giusto Buroni – È patetica, ma anche opprimente e diseducativa, l’arroganza con cui da molti anni tutti i canali televisivi nazionali uno o due giorni prima di un prevedibile, ma non annunciato, lungo periodo di maltempo (pioggia, neve, grandine) si affannano a trasmettere documentari, reportage, talk show e soprattutto interviste di “scienziati presenzialisti” sulla sempre imminente catastrofe ambientale e climatica provocata dall’Uomo (e dalla Donna, seppur “sottomessa”) che lavandosi troppo, e ora anche mangiando troppa carne d’allevamento, provoca surriscaldamento con incendi e siccità, e quindi crisi agricole e umanitarie. Il “silenzio meteo” che di solito caratterizza i giorni dell’imbarazzante perturbazione è interrotto solo per precisare che qualunque manifestazione meteorologica o geologica (o glaciologica) apparentemente “normale” o di qualche giorno “fuori stagione” è da intendersi come un’anomalia (“evento estremo”), logica conseguenza delle “malefatte antropiche” descritte dai suddetti “professori”, che si guardano bene dall’ammettere anche di fronte all’evidenza una seppur occasionale fallibilità delle loro facili previsioni. Purtroppo le rare e deboli rimostranze di isolati cittadini non ancora plagiati da ideologie mercenarie vengono prontamente e severamente represse (da Governi e giornali di ogni colore) con accuse di negazionismo e di ingiustificata sfiducia nella Scienza. E questo è il vero rischio di catastrofe da cui entro il XXI secolo dovremo finalmente liberarci.