Alessandria (Max Corradi) – Il Basso Piemonte (Alessandria-Asti) potrebbe diventare un “porto senza il mare”. Non è una novità perché Novi Ligure, inglobata e potenziata dai genovesi nel XV secolo, è da sempre per vocazione una città di logistica. Allora c’erano i carretti e le navi erano a vela, le merci erano imballate nel legno ma dovevano essere immagazzinate e distribuite. La musica oggi non cambia anche se ci sono le turbonavi, gli aerei, i droni, i treni e i tir. Ma Novi ormai – dopo ottant’anni di ottusa amministrazione di stampo sovietico – ha perso l’appuntamento per questo grandioso rilancio, mentre Alessandria e Asti no, e sono in prima linea per realizzare la nuova logistica, vero asso nella manica per un grande sviluppo del Piemonte. C’è una normativa che favorisce questo rilancio, inserita nel “Decreto Genova” per la ricostruzione del ponte Morandi. Sul tavolo 60 milioni di euro, 30 già finanziati nel 2018 ma ancora fermi. Ci sarà una nuova banchina a secco a Rivalta Scrivia che accoglierà i container caricati in porto a Genova: i camion e i treni trasporteranno merci in porto franco e regime di Iva sospesa perché la banchina stessa è parte integrante del porto indipendentemente da dove si trova. Asti e Alessandria stanno facendo squadra per la realizzazione di aree Zls, cioè Zone a Logistica Semplificata. Il Ministero ha già pronti 500 camion alimentati a biometano, navette tra Liguria e Piemonte. Il passo successivo alla Zls è la Zes, zona economicamente svantaggiate per cui l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi si sta muovendo molto bene. È lui infatti che è intervenuto personalmente col Ministero facendo passare l’idea della Zls nel basso Piemonte: idea passata, ma legge non ancora votata. Per realizzare tutto ciò è fondamentale il lavoro della Fondazione Slala (Sistema logistico del Nord Ovest d’Italia) con sede ad Alessandria, della quale l’avvocato alessandrino Cesare Rossini (nella foto) è presidente, confermato tale nell’aprile 2023 per il triennio 2023-2025, ha ripreso a lavorare con vigore (e i risultati si vedono) dopo che tutti, nel 2018, volevano liquidare. Ha trovato moltissimi sostenitori e sta lavorando per far nascere tra Asti e Alessandria un’area di logistica moderna che agisca da intermediaria tra i vari territori. A questo progetto aderiscono il Comune e la Provincia di Asti e anche la Fondazione CrAsti, il Comune e la Provincia di Alessandria e la fondazione Cral oltre, ovviamente, alle rispettive Unioni Industriali. Lo scalo ferroviario di Alessandria servirà anche Asti che rappresenta per la logistica un’area strategica molto importante, essendo cerniera fra il Basso Piemonte e Torino.