Roma (Zvi Ben) – Nella nostra ricerca di narrazioni semplici, è naturale gravitare verso l’identificazione dei “buoni” e dei “cattivi nemici” in ogni conflitto. Siamo attratti dal sostenere coloro che vengono percepiti come svantaggiati, sperando di offrire la nostra assistenza a chi ne ha bisogno. È comprensibile, quindi, perché alcuni dipingano automaticamente Israele come il “lupo cattivo” e i palestinesi come innocenti perdenti. Nel mezzo di conflitti complessi spesso sorgono interpretazioni errate. Tuttavia, la portata della disinformazione, dell’ignoranza, dell’ipocrisia e dell’antisemitismo a cui ho assistito nei campus di Yale negli ultimi mesi è stata inaspettata e allarmante. In mezzo ai canti di “Palestina libera”, è fondamentale chiedersi: “Palestina libera da cosa?” La risposta corretta è che Hamas è un’organizzazione terroristica che controlla Gaza dal 2006. Hamas è responsabile di numerosi atti di violenza contro i civili palestinesi, mettendoli deliberatamente in pericolo per aumentare le vittime civili, utilizzando bambini per scavare tunnel, sparando a coloro che stanno cercando di evacuare per mettersi in salvo e rubando i fondi per gli aiuti umanitari per la sua macchina da guerra. Per “liberare la Palestina” è necessario liberare la Palestina da Hamas.
Da noi, è ormai stranoto il fatto: un giovane mostra alla folla che manifesta a Milano per Gaza un cartello che recita: “Gaza libera da Hamas”, provocando una reazione (eufemismo) rabbiosa. Dopo che per anni si è detto di distinguere la Palestina dai terroristi, ecco una folla che non distingue. Forse dovrebbero essere i gazawi ad offendersi per la reazione della folla. È vero che alle elezioni preferirono Hamas all’OLP, ma è pur vero che la folla che il 10 giugno 1940 celebrava entusiasta la dichiarazione di guerra di Benito Mussolini, il 25 luglio celebrò la sua destituzione.
Appare sorprendente che a Milano la folla antisraeliana si unisca a chi sostiene che la popolazione gazawi abbia le stesse responsabilità dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Non solo: inveendo contro chi vorrebbe Gaza libera dai terroristi, quale messaggio mandano se non che i terroristi vanno bene? Certo, ci vorrebbe un semiotico, un glottologo, un politologo, uno psicologo, però il dato rimane lo stesso, ed è inquietante. Intanto, ci sarebbe da andare a vedere le schede per i docenti che sono state fatte e quelle che non sono state fatte. Cosa si è insegnato ai ragazzi se, per dire, in una specularità virtuale, non si distingue un’entità addirittura peggiore dalle Brigate Rosse dalla popolazione? Pensavamo che ci fosse del marcio in Danimarca, ma anche qui non si scherza.
Ci sono due Gaza, una sopra e una sotto, sopra i gazawi, sotto Hamas; e da noi? C’è un’Italia della Giornata della Memoria e un’altra che è contro le critiche ai tagliagole? C’è chi non attua la decisione del MIUR di insegnare agli studenti che Israele non va demonizzata? Fra le varie lotte, quella contro l’ipocrisia è la sola che ci è stata risparmiata.