Gli etologi sono concordi: tra tutte le creature del pianeta i pesci rossi sono quelli meno dotati di memoria. Sarà per quello che, quando parlo di calcio in questa plaga, mi sento un pesce rosso c in un acquario con tanti altri pesci rossi. Giornalisti, tifosi, sportivi qui da noi scrivono, parlano e pensano usando gli stessi armamentari da 40 anni. A volte dimentico che qui non cambia mai nulla e ogni volta, a fronte di problematiche che simili, gli atteggiamenti e le risposte sono sempre le stesse. Mai sentito fare un’analisi autocritica nè mai un errore è stato riconosciuto: la colpa è sempre appoggiata a qualcun altro. Dodici anni fa, per esempio, c’era Veltroni presidente dei Grigi che gestiva la squadra in C1 con risorse non sue, almeno così si diceva. Quando i soldi (altrui) sono esauriti la società non ha pagato nessuno per mesi è il campionato è finito miseramente ai playoff. Grazie a quel presidente, poi fuggito, siamo stati retrocessi in C2 per illecito sportivo e travolti da una montagna di debiti. Un (allora) giovane avvocato (Rossini) si è “inventato” una cordata. In un mese trova i fondi per non lasciar fallire il club, lo rende operativo e ha individuato un grande uomo di calcio come Sonzogni (al quale nessuno qui ha mai riconosciuto la sua immensa professionalità) per gestire la parte sportiva. Otto mesi dopo quel miracolo salvezza la società in piena forma passa a brillanti giovani imprenditori e professionisti locali. Nei successivi otto mesi la nuova proprietà tutta mandrogna sbaglia il progetto sportivo, carica la società di debiti, individua un DT e un Mister imbarazzanti e, quando siamo sull’orlo di un’annunciata liquidazione, arriva Di Masi che salva capra e cavoli. Nei dieci anni di gestione Di Masi nessuno si è preoccupato di fideiussioni o stipendi e contributi ma il buon nome della Alessandria ha ripreso quota nel calcio nazionale. Poi Di Masi scappa sbertucciato e deluso, lascia al duo Enea Benedetto e Pedretti. Il giorno del closing al Mocca era presente tutto l’arco costituzionale, i tifosi, con la montura dei giorni migliori, erano pronti ad entrare nel consiglio d’amministrazione della società portando, a loro dire, milioni di sponsorizzazioni. Nove mesi dopo, alle soglie di un tracollo finanziario, l’Alessandria è stata acquistata (e quindi salvata) da Molinaro, il quale investe un mare di risorse per far fronte a scadenze improrogabili, alcune regolate ancora prima dell’acquisto. Come mai stavolta la classe politica e dirigente mandrogna non si è presentata a festeggiare in tribuna la nuova proprietà come aveva fatto all’arrivo di Enea? Me lo spieghi qualche pesce rosso. E già che c’è mi spieghi pure perché nessuno ha indagato per sapere chi fosse tal Enea e la sua storia di apprendista dirigente sportivo. L’ho fatto io e ho desunto che, per la sua totale mancanza di cultura sportiva, Enea sarebbe diventato un pessimo patron. Altri invece, quasi tutti, hanno sperato di trovarsi davanti all’unica rana al mondo con le zampe raddrizzate. Chiudo affermando che questo disastroso girone d’andata 2023 è unicamente figlio di Enea Benedetto, della sua insipienza e della sua incapacità gestionale, comprese tutte le difficoltà burocratiche per far mercato a Gennaio. Passando all’Associazione Idealegrigio, fondata nella primavera scorsa per “salvare” i Grigi, in sei mesi si è trasformata da novella Mosè in “ciliegina sulla torta”. Che i pesciolini rossi si ricordassero i convegni organizzati, le paginate e le interviste pubblicate con entusiasmo dai media e persino la gigantesca figura di tal Laudicino, inventato dal Presidente Gastini e portato in processione per mesi come depositario dei segreti del marketing sportivo. Mi dite dove è finito questo campione mezzo spezzino e mezzo toscano? Dopo aver relazionato alla Camera dei Deputati sulla partecipazione popolare nelle quote delle società sportive, dopo la sua sfortunata parentesi nella fortunata trasmissione Uomini e Donne adesso, in qualità di Direttore Commerciale della Pistoiese Calcio, sarà fra i “liquidati” assieme a tutta la dirigenza della Società arancione. Quindi saremmo già morti e sepolti se non fosse che il “solito avvocato”, oggi più attempato, rifrulla una cordata con Molinaro in testa e soci mandrogni di contorno (alcuni dei quali però, al momento buono, si sono dileguati) che compra i Grigi e onora subito un pacco di scadenze fondamentali. Se durante la gestione di Enea era pubblicamente segnalato (e festeggiato) anche il versamento di un misero acconto sulla bolletta del gas con Molinaro Presidente si ritorna alla “logica Di Masi”: “ha pagato? Buon per lui, ha fatto solo il suo dovere”. Passiamo adesso alla figura del mister perchè noi pesci rossi ci siamo scordati delle minchiate fatte la stagione scorsa. Enea individua come mister Fiorin, esattamente come successo la stagione scorsa quando Di Masi ha scelto tal Rebuffi. Destino comune dei due mister: la buona stampa e l’appoggio di certa tifoseria nonostante i ridicoli risultati ottenuti sul campo. La passata stagione la vittima designata dei tifosi era stata il DS Cerri “reo” di aver messo insieme all’ultimo minuto una squadra con due lire, “trovato per strada” mezzo milione di minutaggi, individuato almeno tre ragazzotti buoni per plus valenze ed essersi salvato: dal punto di vista professionale un DS impeccabile. Per centrare l’obiettivo ha cambiato mister in corsa e il prescelto, tal Lauro, è stato qui irriso e sbeffeggiato al suo arrivo ma si è salvato, e noi con lui. E adesso pesciolini miei un monito a tutti coloro, e sono tanti, che hanno teorizzato in questi mesi che Enea fosse in realtà il prestanome di Di Masi, (teoria suffragata da una dichiarazione di Benedetto il quale ci ha lasciato credere di non poter cedere la società prima del prossimo giugno per accordi blindati con l’ex patron). In realtà Enea, quando è arrivata l’offerta giusta di Molinaro, ha venduto la società e senza chiedere il permesso a nessuno. E’ ovvio quindi che, la cosa è ufficiale, nessuno è stato “testa di legno” di nessuno e chi ha triturato gli zebedei altrui ammetta di essersi sbagliato. Due parole invece per il DT Corda, il quale è stato scelto dalla nuova proprietà per sovraintendere alla parte sportiva della società. Si tratta di un personaggio noto, discusso e scomodo. Non lo conosco e non so cosa riuscirà a fare ma credo che Molinaro abbia il diritto di scegliersi i collaboratori di fiducia e Corda il diritto di provarci. Tutti noi invece abbiamo il dovere di dare una mano e non di disarticolare una struttura appena nata. Saranno i risultati poi a dire chi ha lavorato bene e chi no e non certo alcuni saputelli che pretendono di usare le risorse di Molinaro per ingaggiare professionisti loro amichetti. A certi pesci rossi nessuno riesce a far capire che ne sa certamente di più un addetto ai lavori del calcio sulla piazza da anni che non un tornitore, un barista o un farmacista che va al Mocca giusto per la partita? Prossimo impegno a Novara alla prima di ritorno. Anche il Novara ha cambiato proprietà in questi giorni e i nuovi non sono famosi sceicchi. Vedremo quanti striscioni con insulti alla loro nuova proprietà saranno esposti allo stadio Piola e quanti invece quelli mandrogni contro l’attuale dirigenza. Posso scommetterci: quel derby lo vinceremo noi e pure in trasferta.