Torino (Giulia Giraudo) – Ieri in consiglio comunale c’erano da una parte i vecchi volponi della politica, dall’altra i “principianti” del movimento 5 Stelle chiamati dai torinesi ad amministrare la loro città per i prossimi cinque anni. I primi hanno stuzzicato i secondi provando a far saltare loro i nervi con risatine, battutine, piccole cattiverie, interventi sibillini, dando fondo alla peggiore paccottiglia del repertorio della politica di bassa cucina. I Grillini, pur alle prime armi, hanno fatto quadrato ed hanno reto il colpo procedendo nei lavori con la nomina di Fabio Versaci presidente della Sala Rossa e di Serena Imbesi vice di maggioranza. Degno di nota l’appoggio al Grillini del poliedrico politico vercellese, 56 anni, ex DC, poi Forza Italia per cui è stato deputato dal 1996 al 2007, poi ancora nel Pdl dove è stato rieletto deputato nel 2008. Quindi vicepresidente della Regione Piemonte e assessore al Lavoro dal 2010 con presidente il leghista Cota, poi ancora nel Fli di Fini dopo aver lasciato il PdL per finire col votare a favore della mozione di sfiducia al Governo Berlusconi IV. Ancora una piroetta quando il 17 febbraio 2011 ritornava nel PdL ottenendo la nomina a sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del Governo Berlusconi IV, lo stesso per cui aveva votato poco tempo prima la sfiducia. Quest’anno si è candidato sindaco di Torino sostenuto da Area Popolare, PLI e dalle liste Roberto Rosso Sindaco, Alleanza Democratica, Unione Pensionati e Moderati in Rivoluzione. L’appoggio di Roberto Rosso alla sindaca Chiara Appendino s’è materializzato in occasione del voto sulla delibera quadro sugli staff, per cui la Giunta si è impegnata a spendere il 30% in meno rispetto ai 16 milioni sborsati ai tempi della Giunta Fassino per i collaboratori di sindaco e assessori. Il risparmio, alla fine, si attesterà sul 40%, dunque intorno a 6,5 milioni di cui cinque saranno utilizzati per il fondo con cui avviare i giovani al lavoro. Il provvedimento è stato approvato con 26 voti favorevoli, ma siccome la maggioranza può contare su 25 consiglieri (Cinquestelle più Appendino), è del tutto evidente che il ventiseiesimo era proprio Rosso.
Grande disappunto di Osvaldo Napoli di Forza Italia che s’è seduto nell’ala dove è collocato il Pd pur di non stargli accanto e ha detto: “Noto, alla prima votazione, che la maggioranza si è allargata e può già contare su un nuovo esponente”.
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