dal Mocca di Alessandria – Dai e ridai lo scoop che covava sotto la cenere alla fine si è materializzato. In una composizione memorabile Penna Cadente ha riportato con enfasi, nella chiosa alla presentazione del nuovo difensore mandrogno Felice Piccolo, la frase: “…. Centrale, con tutti e due i piedi”. Magalini quindi finalmente ce l’ha fatta a comprare un giocatore bipede, al contrario degli altri giocatori da lui ingaggiati che evidentemente hanno un piede solo. E non poteva che essere così, d’altra parte questo giocatore, dotato di una caratteristica così eccezionale (avere due piedi e quindi due femori, due ginocchia, due tibie ecc.), si chiama come un noto ex trisettimanale mandrogno. E non mi sorprenderei se il papà del giocatore in questione avesse deciso, prima ancora di fecondare il pargolo, di cambiare il proprio cognome con l’attuale, anche in vista di un potenziale ingaggio del figlio ad Alessandria. Sia come sia il nuovo arrivato è stato subito ribattezzato “il gladiatore” e, visto che il tifoso medio vive di miti, il sogno è servito. E già che parliamo di sogni, l’anno scorso di questi tempi, a far sognare i tifosi ci aveva pensato Loviso. Poi i sognatori si sono ridotti durante l’anno, dividendosi in due specie: i minchioni duri e puri e quelli omaggiati di gadget da parte del fine dicitore del centrocampo mandrogno. Anch’io ho un sogno: che il suddetto trovi un ingaggio di suo gradimento senza incentivo all’esodo e non rimanga quindi qui a fare il baby pensionato grazie ad un errore di valutazione marchiano del DS. E a questo punto mi chiedo: ma quei giornalisti che in conferenza stampa sono così bravi a celebrare le doti di mente e di cuore di questa piazza calcistica, si sono mai chiesti se qui pascola davvero una tifoseria “dal palato fine”? Non vorrei andare a rivangare il passato e giocatori diventati colonne portanti del Mocca per non urtare ulteriormente la suscettibilità di alcuni ma “le piazze competenti ed esigenti” siamo proprio sicuri che, davanti a giocatori con il “barba trucco” come nella fattispecie, si comportino come sta facendo la nostra, cioè facendo finta di niente? Senza arrivare quindi al mobbing, il pubblico e la stampa, in casi del genere, potrebbero lanciare al giocatore messaggi precisi e convincenti che, se da un lato aiutano la Società a togliersi dalle peste, dall’altro sono un chiaro segnale per un giocatore professionista di non essere più gradito e di andarsi così a cercare nuove chiese in cui recitare i salmi. Ma tutto questo vale se un calciatore è dotato di assoluta professionalità e non vale naturalmente per quei fans che, dopo aver accettato le maglie dei Grigi in omaggio, temono di doverle restituire al mittente. Ma no, state tranquilli, nessuno vi verrà a chiedere di restituire gli omaggi, tanto, in un modo o nell’altro, quelle maglie le ha pagate l’Alessandria Calcio e le sono costate più care di un prezioso cimelio storico.
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