Genova – Uscendo dal casello autostradale di Savona, giganteschi cartelli pubblicitari propagandano, in maniera accattivante, attività di sensibilizzazione che la Tirreno Power, proprietaria della più grande ed obsoleta centrale a carbone ligure, promuoverebbe verso il territorio savonese. I pubblicisti hanno fatto il massimo sforzo per utilizzare elementi di richiamo naturali come, ad esempio, un prato verde che ospita un’enorme pila energetica e dietro un bel cielo blu. Il richiamo a quanto di più ecologico e naturale un cittadino possa sperare, ma si da il caso che la centrale a carbone di Vado, non possa proprio essere assimilata a quella pila e il prato verde e il cielo sgombro da polveri non c’è. La crescita a cui si riferisce Tirreno Power non è certo quella della nostra qualità della vita che di tutto ha bisogno meno che di un aumento di produzione energetica: il fabbisogno è ampiamente soddisfatto. La crescita che ormai esigiamo è fatta di riconversione dal carbone, di promozione e sostegno per l’utilizzo di energie alternative, di costruzioni con edilizia bioclimatica, di politiche efficaci di risparmio energetico. Ma questo imporrebbe un salto di qualità da parte di chi amministra un territorio e questa, è un’altra storia. Se proprio Tirreno Power vuole lavorare in modo credibile per il miglioramento del nostro territorio, può farlo solo col depotenziamento richiesto ormai da molti anni: il nostro tributo di malattia e morte è già stato dato, ma anche questa è un’altra storia. Non potrà esserci, invece, nessuna “sensibilità” da parte di chi pensa di far crescere un territorio con il potenziamento di quella centrale o da chi crede di riuscire a mimetizzare dietro cartelloni pubblicitari, per grandi che siano, il vero e unico interesse di una multinazionale, che ricava il suo reddito dalla produzione di energia da centrali termoelettriche e non da altro. Le amministrazioni pubbliche dopo essersi schierate in modo contrario al potenziamento, appoggiando e partecipando anche a manifestazioni promosse dai comitati a tale proposito, prudenzialmente concedono, non solo gli spazi pubblicitari più visibili, ma permettono che la propaganda diventi progetto scolastico e si insinui nelle scuole, magari partendo da quelle dei cittadini giovanissimi, molto più ricettivi e acritici. Permettono che si proibisca la sensibilizzazione anche scolastica, da parte di studiosi, sui temi dell’inquinamento e dei danni alla salute che da ormai troppo tempo si registrano sul nostro territorio. Dal canto suo, sulla faccenda di Vado la stampa, specie quella di sinistra, s’è guardata bene dal buttare giù qualcosa che fosse più d’una manciata di righe. Trattamento ben diverso da quello riservato – per fare un esempio – al coordinatore del PdL Denis Verdini, finito sotto inchiesta per l’eolico in Sardegna. Ma, come si sa, in cima alla piramide di Tirreno Power siede nientemeno che Carlo De Benedetti, che del Partito Democratico rivendicò la tessera numero uno. L’Ingegnere controlla, attraverso la holding Cir e Sorgenia, i destini dello stabilimento e delle sue ciminiere, lascito dell’Italia industriale anni Sessanta. Ma le ipocrisie non finiscono qui. “Continuare a investire sul carbone è una follia, chiediamo la dismissione per la centrale genovese dell’Enel, la metanizzazione per la centrale spezzina, in parte ancora funzionante a carbone. E infine diciamo no, insieme alle amministrazioni locali coinvolte, all’ampliamento della centrale Tirreno Power di Vado Ligure”. Dichiarazione di Stefano Sarti, presidente di Legambiente in Liguria in occasione del dossier “Stop al carbone 2009” (Il Secolo XIX del 20 Febbraio 2009). In Liguria, terra di comunisti (basta guardare com’è ridotta Genova), sembra che tutto possa essere possibile, anche comportamenti strabici e incoerenti delle associazioni ambientaliste. Così Legambiente, mentre a Genova e a La Spezia promuove una battaglia di dismissione perché il carbone “nuoce gravemente alla salute”, a Savona, a Vado e in Val Bormida ritiene che il carbone possa essere addirittura ben tollerato. I medici liguri, che si battono con forza per far conoscere i veri dati relativi ai danni alla salute dei cittadini, ci segnalano ancora una volta errori clamorosi e inaccettabili. “Le emissioni di CO2 sono l’unico inquinante che Legambiente ligure si degna di considerare: infatti la centrale di Vado con il nuovo gruppo a gas, oltre ai 2 gruppi a carbone, emette ben 5,2 milioni ti tonnellate/anno contro le 3,8 dichiarate da Legambiente con superi clamorosi del limite imposto dalla Ue di 3,3. Rimane però clamorosa e tragicamente non segnalata da Legambiente l’enorme quantità delle polveri sottili cancerogene e cardiotossiche emesse dalla centrale di Vado che nel complesso emette attualmente, ogni anno, un quantitativo stimato secondo i parametri della Ue di ben circa 6.500 tonnellate di Pm10 contro le “sole” 153 tonnellate di polveri dichiarate erroneamente in modo tendenzioso da Tirreno Power”. Legambiente condivide e si schiera, da tempo, sulle posizioni delle Amministrazioni di Vado e di Quiliano, Provincia e Regione che, mentre si dichiarano pubblicamente contro il potenziamento, di fatto e in maniera evidente non vogliono l’abolizione del carbone nella centrale di Vado. Questo palese disinteresse sugli enormi danni alla salute e all’ambiente e sui relativi costi indotti sul territorio savonese conferma la sudditanza delle stesse Amministrazioni alla Tirreno Power, motivata da consuete forme di finanziamento di cui i Comuni sono spesso sprovvisti ma gratificati. Quando poi apprendiamo che Legambiente è socio azionario di Sorgenia, la finanziaria del gruppo De Benedetti che controlla a sua volta Tirreno Power proprietaria della centrale di Vado, si può comprendere anche il suo ruolo di malcelata sudditanza.La stessa sudditanza che, da tempo, mostra verso quegli Enti Pubblici di cui condivide in modo acritico le posizioni e da cui risulta già finanziata con lauti contributi. Ci ricordano gli amici medici savonesi una vecchia dichiarazione dell’ex vicesindaco di Vado a proposito della ristrutturazione, ancora a carbone, della centrale di Vado “…si è fatto qualcosa ma dietro Tirreno Power c’è de Benedetti che finanzia alcune correnti politiche.” ( “Il Secolo XIX” del 28/05/2004). Procediamo, pertanto, con tutte le nostre forze, (anche senza l’apporto di Legambiente), alla contropromozione della centrale Tirreno Power, nei convegni, nelle scuole, nelle campagne elettorali dei politici delle nostre città, negli articoli sui giornali e nella rete, per chiedere insieme ai medici del MODA, al dott. Franceschi, all’Ordine dei Medici di Savona, al Coordinamento Medici per la salute della Liguria, all’ISDE e a tutti i cittadini personalmente impegnati, parte dei comitati e non, “urgentemente il depotenziamento e la metanizzazione di questa centrale in città chiudendo immediatamente gli inquinanti e obsoleti gruppi 1 e 2 a carbone e mantenendo il gruppo a metano da 760 Mwe, che già da solo produce il doppio dell’energia consumata in provincia di Savona, come già era stato richiesto nel 1988 dalla Commissione Scientifica di Spotorno”. È bene ricordare a quei minchioni che sfilano che Legambiente si guarda bene dal “manifestare” anche contro la centrale elettrica sempre turbogas costruita da Sorgenia a Modugno in Puglia. Da più parti minacce di protesta e atti dimostrativi, cittadini e comitati sul piede di guerra, sostenuti dagli “Amici di Beppe Grillo”. Qui appunto desta sconcerto lo stand della società Sorgenia, presente in piazza Umberto a Bari per l’iniziativa “Altra corrente, energia in movimento”, su cui campeggia il nome di Legambiente. “L’associazione che dovrebbe tutelare la nostra salute” afferma Tino Ferrulli del Comitato Pro Ambiente. E, come più volte denunciato dagli ambientalisti di Modugno, Palo del Colle e Bitetto, la centrale turbogas, per la sua attività, emetterà 1 milione e 500 mila tonnellate di anidride carbonica, oltre ad ossido di azoto, particolato, monossido di carbonio, ammoniaca e formaldeide, causa di numerose forme allergiche e cancerogene. D’altra parte, secondo quanto riportato da Ferrulli, Legambiente detiene il 10% della compagnia Eligent, controllata al 70% proprio dalla Sorgenia. Dunque, Sorgenia che costruisce Turbogas in Puglia è anche Legambiente , quell’associazione che sul sito ufficiale ama definirsi libera e apartitica.
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