Roma (Bruno Tucci di Blitz) – Come a dire: con voi non contavamo più niente, allora meglio cambiare, ed è la prima volta che nel maggior partito della sinistra accade un fatto a dir poco sorprendente. Finora, era il vertice del Pd a dettar legge e a “comandare” sugli elettori. Su questo nemmeno si discuteva. Nei gazebo, invece, è avvenuto l’esatto contrario e chi suggeriva (eufemismo) i nomi dei preferiti è stato travolto da quanti hanno voluto dire che “quel tempo” è finito.
Che cosa succederà adesso non è facile prevederlo. Gli sconfitti ingoieranno il rospo oppure daranno battaglia dividendo il partito a metà? La Schlein è convinta del contrario ed è certa che nel Pd tornerà il sereno e tutti insieme si costruirà una opposizione che darà del filo da torcere al centro destra ed alla presidenza del Consiglio. Sono parole di ottimismo quelle della neo segretaria, ma, passata la sbornia della vittoria, si cominceranno a fare i conti ed a verificare se gli sconfitti non reagiranno come qualcuno pensa.
Si affaccia il sostantivo dimissioni? No, al cento per cento, si risponde in via del Nazareno. Però un conto sono i discorsi pronunciati immediatamente dopo una clamorosa vittoria, un conto è la realtà. Il terremoto non lascerà i segni e darà la possibilità al nuovo vertice di lavorare in tranquillità oppure il braccio di ferro che ha lacerato il partito sarà ancora un danno per chi ha vinto?
Indipendentemente dalle rivalità che ancora potrebbero intralciare il cammino di Elly, la verità è che adesso chi è al timone della barca è proprio e soltanto lei. La Schlein si affanna a ripetere che non è più il tempo di una donna sola al comando del partito, ma se vorrà davvero dare un volto nuovo al Pd dovrà spesso remare senza alcun aiuto.
In pochi mesi, il Paese ha dato una svolta alla politica. Svolta di genere: a Palazzo Chigi è approdata con tutti gli onori Giorgia Meloni, chi dirige l’orchestra dell’opposizione è anch’essa una donna che si affanna subito ad affermare: “Saremo un problema per il presidente del Consiglio”. Dunque, la parità di genere ha avuto partita vinta, ora vedremo se entrambe saranno degne del posto che gli elettori hanno loro dato
Comunque la si voglia girare, la realtà è che con le primarie si è aperta una fase nuova della politica italiana. Le diversità sono subito venute a galla. Nella destra c’è chi sostiene che con le elezioni di domenica scorsa, il partito della Schlein ha mostrato il nuovo volto, o forse il vecchio. Insomma, il fantasma del Pci aleggia sulla testa della maggioranza e si ritiene che la svolta che Veltroni voleva dare al partito sia miseramente fallita.
Da che cosa è dipesa la vittoria della Schlein? Dal voto che anche i 5Stelle le hanno conferito. Questo può essere il preambolo di una nuova alleanza che potrebbe dare molto fastidio a chi guida attualmente il Paese. Al contrario, la Meloni cerca di gettare acqua sul fuoco delle polemiche.
Nemmeno un minuto dopo la vittoria del nuovo segretario il premier si è complimentato con lei ed ha aggiunto: “Speriamo che voglia guardare avanti e non indietro”. Qual è il significato di questo messaggio? Vuole stemperare il clima oppure è un avvertimento a chi crede che sarà molto facile battere una maggioranza a parer loro traballante?
Le frecciate non accennano a diminuire neppure nel giorno che dovrebbe essere di riflessione non di guerra. A destra si è convinti che ormai Pci o non Pci, i “piddini” sono defunti, mentre sull’altra sponda il leader della Cgil, Maurizio Landini, tuona: “Adesso chiederemo, per averla, una settimana di quattro giorni”.
Domanda: avrà mai pace questo Paese, chiamato Italia?
Chi è Elly Schlein, la nuova segretaria del Pd: una milionaria statunitense di padre ebreo, nata in Svizzera
Elly Schlein, 38 anni a maggio, all’anagrafe Elena Ethel Schlein, è una politica italiana con cittadinanza statunitense naturalizzata svizzera. Aderente a varie formazioni di centro-sinistra e di sinistra, è stata europarlamentare per l’Italia nell’VIII legislatura (2014-2019); candidatasi alle elezioni regionali in Emilia-Romagna del 2020, è stata eletta all’Assemblea legislativa e ha svolto il ruolo di vicepresidente nella giunta regionale di Stefano Bonaccini (dal 28 febbraio 2020 al 24 ottobre 2022). Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 si candida alla Camera come indipendente nella lista Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista, venendo eletta deputata. Si candida e vince le primarie del Partito Democratico del 2023, divenendo la prima donna e la più giovane segretaria del Partito Democratico.
Nasce il 4 maggio 1985 a Sorengo, un piccolo villaggio svizzero situato a ovest di Lugano, nel Canton Ticino Suo padre è Melvin Schlein, un politologo e accademico statunitense di origine ebraica aschenazita: gli avi paterni di Elly Schlein erano infatti originari di kiew, un villaggio vicino a Leopoli in Ucraina, allora parte dell’Impero austro-ungarico e oggi situato in Ucraina; al loro arrivo a Ellis Island il nonno mutò il cognome originario, “Schleyen”, in quello attuale e il suo nome da Herschel in Harry. Elly è un soprannome, mentre il suo nome unisce quello delle due nonne: la materna Elena e la paterna Ethel, di origine lituana.
All’epoca della sua nascita, il padre è professore emerito di scienza della politica e storia alla Franklin University di Lugano. La madre è l’italiana Maria Paola Viviani, professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria. È nipote dell’avvocato antifascista Agostino Viviani, che fu senatore del Partito Socialista Italiano e presidente della Commissione Giustizia del Senato e, dal 1994 al 1998, membro laico del Consiglio superiore della magistratura (CSM) in quota Forza Italia, mentre suo fratello è il matematico Benjamin Schlein (1975) e sua sorella Susanna Schlein (1978) è primo consigliere diplomatico all’Ambasciata italiana ad Atene ed ex-capo della cancelleria consolare dell’ambasciata italiana a Tirana.
Dopo aver conseguito la maturità al liceo cantonale di Lugano con il massimo dei voti nel 2004, si trasferisce a Bologna, dove, nel marzo 2011, si laurea con il massimo dei voti in giurisprudenza, discutendo una tesi di diritto costituzionale, avendo come relatore il professo Andrea Morrone.
Attività culturale
Nel 2012 collabora, in qualità di segretaria di produzione, alla realizzazione del documentario Anija – La nave, riguardante l’immigrazione albanese in Italia attraverso il mare Adriatico negli anni novanta, vincitore del David di Donatello come miglior documentario 2013. È dichiaratamente bisessuale.
Attività politica
- 2008: partecipa a Chicago come volontaria alla campagna elettorale di Barack Obama per le elezioni presidenziali statunitensi di quell’anno; nel 2012, sempre a Chicago, partecipa anche alla campagna di Obama per la sua rielezione alle presidenziali.
- 2011: contribuisce a fondare a Bologna l’associazione studentesca universitaria Progrè, che si occupa di approfondire e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati alle politiche migratorie e alla realtà carceraria, pubblicando una propria rivista e organizzando.
- 2012: inizia con cadenza annuale, ProMiGrè, un “festival” con incontri e tavole rotonde con la partecipazione di politici ed esperti.
- 2013: (aprile), dopo l’affossamento della candidatura al Quirinale di Romano Prodi nell’elezione presidenziale, a causa di un centinaio di franchi tiratori, decide con altri di dare vita alla campagna di mobilitazione #OccupyPD, poi sfociata nell’occupazione di numerose sedi del partito, per dare voce al malumore di parte della base giovanile circa la scelta dei vertici nazionali di far nascere il governo Letta con una maggioranza basata sulle larghe intese. Alle elezioni primarie del Partito Democratico del 2013 aderisce e sostiene la mozione di Pippo Civati, deputato alla Camera ed ex consigliere regionale della Lombardia, che si piazza in terza posizione dietro a Gianni Cuperlo e al sindaco di Firenze Matteo Renzi. Viene comunque eletta nella direzione nazionale del Partito Democratico come esponente della corrente civatiana del partito.
- 2014: a febbraio decide di candidarsi col PD al Parlamento Europeo nella circoscrizione Italia nord-orientale, dando vita a una campagna elettorale ribattezzata Slow Foot all’insegna della sostenibilità e lanciando l’hashtag, che presto diventa virale, #siscriveschlein. Alle elezioni europee del 25 maggio risulta eletta europarlamentare con 53.681 preferenze. Nella legislatura è stata vicepresidente della delegazione alla Commissione parlamentare di stabilizzazione e di associazione UE-Albania (D-AL) e membro della commissione per lo sviluppo (DEVE).
- 2015: a maggio tramite un post su Facebook, annuncia l’abbandono del PD, in dissenso con la linea politica adottata dal segretario e presidente del Consiglio Matteo Renzi, definendola di centro-destra, aderendo successivamente a Possibile, partito fondato da Giuseppe Civati.
- 2019: Dopo la sua prima legislatura al Parlamento Europeo, sceglie di non ricandidarsi alle elezioni europee.
Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna
Si candida alle elezioni regionali in Emilia Romagna del 2020 per la lista elettorale Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista (formata da Articolo Uno, Sinistra Italiana, è Viva e realtà politico-associative locali), eletta con 22.098 voti personali, distribuiti tra i collegi di Bologna (15.975), Reggio Emilia (3.896) e Ferrara (2.227), all’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. Schlein risulta la candidata di lista con più preferenze personali in tutta la storia delle elezioni regionali in Emilia-Romagna, mentre al contempo la sua lista ha ottenuto solo il 3,77% dei voti validi.
L’11 febbraio 2020 viene nominata vicepresidente della regione Emilia-Romagna e assessore con deleghe regionali al welfare e al Patto per il Clima, dal presidente della regione Emilia-Romagna appena rieletto Stefano Bonaccini.
Nel settembre 2020, a poche settimane dal referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari legato alla riforma Fraccaro avviata dal governo Conte I guidato dalla Lega assieme al Movimento 5 Stelle e ultimato dal governo Conte II rappresentato dalla coalizione tra M5S e PD, Schlein annuncia il suo voto contrario, in dissidenza con la posizione del suo presidente di Regione e con gli alleati del PD, schierati in maggioranza per il sì.
Il 5 febbraio 2021 è confermata nell’ufficio di presidenza di Green Italia.
Eletta alla Camera nel 2022
Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene candidata alla Camera dei deputati come indipendente, in posizione di capolista del collegio plurinominale Emilia Romagna 02 tra le liste del Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista, risultando eletta, cui seguono le dimissioni da vicepresidente della Regione il 24 ottobre. Nella XIX legislatura è componente della 1ª Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni.
Biografia tratta da Wikipedia