Alessandria – Siamo alle solite: in Italia le cose si fanno due volte perché non sappiamo farle. Diceva Luigi Einaudi: “Bisogna fare quello che si sa, e sapere quello che si fa” Niente. Qui si mandano i dilettanti allo sbaraglio a piantare delle reti da pollaio per contenere i cinghiali che, come chiunque sia sufficientemente informato, sono dei Caterpillar per cui le hanno letteralmente distrutte. D’altronde non era difficile capire quale fosse la massa d’urto di un animale selvatico imbestialito che pesa tre quintali: non si contano più i risarcimenti della Provincia agli automobilisti che hanno avuto l’auto distrutta per un incidente proprio coi cinghiali che hanno attraversato la strada. Chiunque sapeva che la rete da galline non poteva funzionare ed eccoci qua che, come sempre, facciamo i lavori due volte pagando il doppio del dovuto. Ieri hanno deciso di fare una seconda rete: “Serve una seconda barriera anti cinghiali” ha detto Angelo Ferrari (nella foto), commissario per l’emergenza peste suina africana durante l’incontro convocato dalla Provincia. La contestata rete metallica è già stata realizzata sul territorio alessandrino per oltre 100 chilometri ed è in fase di conclusione in Val Borbera per i restanti 21. Ma bisogna farne un’altra.