Asti – Il presidente della Camera di Commercio Alessandria-Asti, l’alessandrino Gian Paolo Coscia (nella foto) a proposito delle sagre estive di sua competenza è stato chiaro: “Stiamo lavorando perché tutto si realizzi al meglio”. I dubbi erano nati a proposito di molte Pro Loco pronte al forfait per mancanza di risorse economiche e umane. Per ciascuna di loro, infatti, il costo di partecipazione si calcola sugli incassi dell’ultima edizione (quella del 2019), diminuiti del 20%, immaginando anche un calo di partecipazione dopo i due anni di assenza dovuta alla pandemia. Per esempio, per il Festival delle Sagre servono almeno 350.000 euro. Il presidente Coscia ha confermato la messa a bilancio del contributo della Camera di Commercio mentre, dagli ultimi incontri, pare che saltino fuori ulteriori contributi da parte di altri enti del territorio, pronti a sostenere con energia e convinzione Festival e Pro Loco. Per garantire lo svolgimento delle manifestazioni, secondo i responsabili dei vari enti, bisogna intraprendere due strade: quella dei tagli dei costi dove possibile e del reperimento di ulteriori risorse. Sul fronte squisitamente politico è arrivato l’ok del sindaco Rasero all’indomani della riunione a palazzo Borello: “Sono convinto che saltare una terza edizione metterebbe a rischio il futuro del festival. Chiedendo a tutti di buttare il cuore oltre l’ostacolo, l’amministrazione non si sottrae all’impegno: il Comune è pronto a fare la sua parte per dare continuità a un appuntamento così importante”. Il Festival, ideato una cinquantina d’anni fa da Giovanni Borello, richiamava in media circa 350.000 visitatori in due giorni, e non solo per la proposta gastronomica del suo grande ristorante a cielo aperto, ma anche per la coreografia naturale del contesto, dove il corteo contadino è unico e irripetibile, una tradizione raccontata con abiti e attrezzi d’epoca da chi la conosce, spesso l’ha vissuta e l’ama. A metterci da sempre passione e cuore, professionalità e competenza sono i volontari delle Pro Loco: più di 3.000 solo per la sfilata, che raddoppiano se si contano anche cucine, servizio, allestimento delle casette. Sono loro che in corteo e in piazza fanno grande Asti e l’Astigiano.