Alessandria (p.e.g.) – Si legge in molti organi di stampa che Emanuele Locci, consigliere comunale di minoranza nonché presidente della commissione di controllo, ha ritirato l’esposto presentato alla Procura della Repubblica sull’assegnazione di un incarico da parte del Comune all’abogado (avvocato laureato a Barcellona, laurea che non richiede di sostenere l’esame di stato in Italia) Gianni Abrile. Secondo qualcuno l’avrebbe detto l’assessore Claudio Falleti durante la risposta all’interpellanza di Locci che aveva fatto presente che Abrile lavora nello stesso studio di Falleti.
Ma non è così perché durante il Consiglio Comunale di ieri non è stata data risposta a nessuno dei quesiti posti dall’interpellanza di Locci come quello, per esempio, che chiede chiarimenti alla Giunta ed alla Sindaca Rossa sui criteri di scelta del legale (era la miglior scelta possibile per una causa di un valore di 500.000 euro?) oltre al fatto che l’abogado Abrile è anche marito d’una dirigente del Pd e che ha l’ufficio nello stesso studio dell’assessore Falleti membro della Giunta che lo ha incaricato.
Non s’è fatta attendere la risposta di Emanuele Locci: “S’è dato risalto al fatto irrilevante che, per cortesia istituzionale, ho preferito richiedere l’archiviazione di un esposto tendente a verificare aspetti politici dietro rassicurazione di ricevere risposte in aula, che purtroppo non sono arrivate, e che comunque per gli aspetti economici mi sono rivolto alla Corte dei Conti, autorità competente, oltre che all’Ordine degli Avvocati”.
Quindi nessun passo indietro di Locci ma correzione del tiro.
“In merito al conflitto di interessi – ci ha detto Locci al telefono – rimangono tutti i dubbi precedenti in quanto, come si evince da una sentenza del Consiglio Nazionale Forense, in casi come questo, vige l’obbligo di astensione”.
Iinfatti all’art. 37 cdf (ora, 24 ncdf) con riferimento agli avvocati che, pur non essendo partecipi di una stessa società o associazione professionale, esercitino negli stessi locali, obbedisce all’esigenza di proteggere il bene giuridico non solo dell’indipendenza effettiva dell’avvocato, ma anche dell’apparenza di essa, pur in assenza di conflitto di interessi, proprio per garantire il corretto rapporto fiduciario col cliente.
Inoltre Emanuele Locci, nella sua veste istituzionale di presidente della commissione controllo, rileva in una nota che “per quanto riguarda il trend delle spese legali sostenute dall’Ente – rientranti nel capitolo 10102070 del bilancio comunale – per incarichi affidati a professionisti esterni dal 2002 fino all’istituzione dell’Avvocatura, avvenuta nel 2009, l’Amministrazione Comunale ha speso 2.588.637,20 euro mentre per incarichi affidati a professionisti esterni dal 2009, dopo l’istituzione dell’Avvocatura, ha speso 135.337,77 euro (di cui oltre il 50% nel solo anno 2014)”.
È del tutto evidente quindi che l’avvocatura comunale ha rappresentato un grande risparmio per il Comune di Alessandria negli ultimi sei anni, stimabile in oltre 2 milioni di euro rispetto ai sette anni precedenti, praticamente a costo zero, considerando che gli avvocati dell’Ente erano già dipendenti a tempo indeterminato.
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