Alessandria (Max Corradi) – La maggioranza in consiglio comunale non c’è più in quanto oggi, alla votazione per approvare la cessione dei tre bar nei giardini della stazione (clicca e leggi: http://www.alessandriaoggi.info/index.php?option=com_k2&view=item&id=2909:le-truppe-cammellate-della-maggioranza-stoppate-da-locci-non-riescono-a-far-passare-una-strana-delibera&Itemid=102) su 33 consiglieri hanno votato a favore solo in 16 pari al 48%. Non sembra un fatto episodico perché si trattava di un voto molto importante, inerente tre immobili del Comune di cui dovevano essere assegnati la licenza ed il diritto di superficie previa gara ad evidenza pubblica, anche se il nome del vincitore pare fosse già noto a tutti. Oggi la maggioranza rossa, tra mille dubbi ed illegittimità procedurali, è arrivata al voto sfilacciata, poco convinta per il fatto che le illazioni si sono fatte vieppiù insistenti e legate soprattutto a presunti danni erariali e strani affidamenti legali esterni già dati in anticipo rispetto all’approvazione stessa. Insomma siamo di fronte ad un’altra frittata, ad un altro pasticcio ideato e messo in atto dalla sindaca Rossa che, per l’ennesima volta, ha toppato. A fronte di 21 consiglieri di maggioranza solo 16 si sono espressi a favore, 16 non hanno partecipato al voto, ed un consigliere dei Moderati si è astenuto per garantire il numero legale di 17 consiglieri votanti, necessario a convalidare il voto espresso. Una maggioranza, questa, che, nonostante il soccorso rosso del diciassettesimo consigliere non c’è più.
Che la vicenda potesse finire male s’era capito già in Commissione Territorio riconvocata oggi prima del Consiglio Comunale dove, fin dall’inizio della seduta, alcuni consiglieri di opposizione hanno segnalato l’irregolarità della procedura che aveva portato alla votazione del parere della Commissione in merito alla delibera in oggetto, in quanto in netta violazione dell’art.125 del Regolamento del Consiglio Comunale, perché non era stato permesso ai commissari ed ai Presidenti di Gruppo di intervenire per richiedere gli approfondimenti necessari ad esprimere consapevolmente un voto in merito. Il Presidente della Commissione Territorio Simone Annaratone, sollecitato dai commissari della maggioranza Pd, aveva addirittura negato la parola al commissario Emanuele Locci ponendo illegittimamente in votazione il provvedimento prima della conclusione della fase dibattimentale, nonostante le numerose zone d’ombra ed incongruenze emerse durante il dibattito, incluso il rischio di danno erariale a spese dell’ente, denunciato da alcuni membri della minoranza, su cui si stavano chiedendo delucidazioni.
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