Le marachelle teutoniche della Volkswagen continuano. Ora si viene a sapere che non solo i motori diesel inquinano più di quelli della concorrenza, per cui i tedeschi hanno taroccato le centraline per fare rientrare tutto nella norma, ma anche i benzina, in quanto ad emissioni nocive, non hanno da invidiare niente ai fratelli a gasolio. Dopo l’ammissione (tardiva) di irregolarità nel controllo delle emissioni di CO2 per altre 800.000 vetture del gruppo Volkswagen, la consociata nordamericana della Porsche è stata costretta a sospendere la vendita del Suv Cayenne, subito imitata dall’Audi. La notizia ha alimentato la caduta del titolo del colosso motoristico, che dall’inizio dello scandalo ha bruciato 23,5 miliardi di capitalizzazione. Lasciando perdere la consueta ipocrisia del governo tedesco che mente come al solito e finge di essere indignato chiedendo un impossibile controllo per tutte le auto, la UE invita Volkwagen e governo tedesco ad accelerare l’inchiesta. Ma la situazione, invece di migliorare, peggiora, e precipita. Ora la grave irregolarità riguarda anche 98.000 veicoli a benzina, quali Polo, Golf, Passat, Audi A1 e A3, Skoda Octavia, Seat Leon e Ibiza. Insomma una catastrofe e, a differenza di quanto avveniva coi diesel, stavolta Bruxelles ha il potere di multare chi ha violato le regole, cosa che amplia la minaccia. In settembre, la Volkswagen ha finalmente ammesso di aver truccato il sistema di controllo degli scarichi per ridurre le emissioni di ossido di azoto (NOx) di 11 milioni di auto a gasolio. Ora entra in scena il biossido di carbonio, la cui produzione è limitata da regole definite dagli Stati e dipende dai consumi delle auto, dunque dall’equilibrio e dalla potenza dei motori. Il nuovo scandalo, che potrebbe costare alla casa di Wolfsburg altri 2 miliardi di euro, è dovuto al fatto che le auto a benzina hanno una capacità di inquinamento maggiore di quella dichiarata, cosa che riguarda anche i consumi. Patetico il ceo della Volkswagen, Matthias Mueller (nella foto), quando dice che sarà fatta chiarezza: “Non ci fermeremo davanti a nulla e nessuno, è un processo doloroso, ma non abbiamo scelta”. Ma lui non poteva non sapere. Non prendiamoci in giro per favore. E il ministro tedesco dei Trasporti Alexander Dobrindt sostiene che ogni singola auto del gruppo debba essere controllata per quanto riguarda consumi, emissioni di CO2 ed NOx.
Cari tedeschi, siamo alle solite: predicate bene ma razzolate male.
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