Torino (Giulia Giraudo) – “Non ho tempo da perdere. Chi è nella Lega per lavorare è il benvenuto ma chi vuole litigare e basta è invitato ad andarsene”. Ha tagliato corto Matteo Salvini l’altra sera al congresso della Lega nella sede di Via Poggio. Inutile negarlo: il partito del Carroccio è diviso tra la corrente di Gianna Gancia capogruppo in Consiglio Regionale nonché moglie di Roberto Calderoli, e Riccardo Molinari, l’alessandrino rampante, vicesegretario federale indicato dallo stesso Salvini come leader in Piemonte. Dopo oltre quattro ore di riunione il parlamentino subalpino del Carroccio non ha deciso niente ed il congresso previsto per il 29 novembre è rinviato a data da destinarsi. Niente segretario, ma anche niente commissario, e l’ipotesi ventilata alla vigilia per cui, in caso di mancata elezione, sarebbe stato nominato Gianluca Savoini, detto il “russo” per via del suo ruolo chiave nei rapporti tra Salvini e Vladimir Putin, è in standby. Savoini, leghista Doc, ma anche uomo di destra, ex redattore de Il Giornale, Libero, Padania, apparentemente della corrente maroniana, pro-Putin fino al midollo, è presidente dell’Associazione Lombardia-Russia che si fa portavoce in Italia delle posizioni ufficiali del Cremlino. Un lombardo, con parenti nella nostra provincia, come futuro “Duce Leghista” all’ombra della Mole? Per ora questa ipotesi non è realizzabile perché Salvini temporeggia in attesa di chiarimenti, ma alla fine dovrà decidere. Intanto pare che stia prendendo corpo un progetto che punta proprio ad unire la Lega all’ombra della Mole, ma bisogna vedere se sarà a trazione langarola o mandrogna, perché l’iniziativa è portata avanti proprio dalla signora Gancia.
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