Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Il 22 ottobre la sindaca di Alessandria Rita Rossa si era affrettata a dichiarare che non aveva assolutamente previsto una spesa di 35.000 euro (come abbiamo scritto noi di Alessandria Oggi) per l’incarico dato all’abogado (avvocato spagnolo) Gianni Abrile, collega dell’avvocato Claudio Falleti che, guarda caso, è anche assessore agli affari generali e legali a Palazzo Rosso, tacciando implicitamente chi lo aveva scritto di essere un bugiardo e minacciando querele.
Infatti nel sito della famiglia Guala, praticamente l’agenzia di stampa della Giunta Rossa, il 23 ottobre si leggeva “È arrivata la smentita della notizia definita falsa direttamente da Palazzo Rosso, sulla parcella del valore di 30 mila euro che sarebbe stata data all’abogado in questione”.
E invece la notizia è vera, anzi verissima e questa sindaca, o non sa quello che dice, o lo sa e racconta un sacco di balle.
Ma veniamo ai fatti. Gli ormai ex avvocati del Comune Simone Bellingeri, Cristiana Rossi, Roberto Calcagni e Claudio Spinolo nel 2014 hanno fatto causa alla sindaca Rita Rossa che aveva soppresso d’imperio il Servizio Autonomo Avvocatura del Comune (l’aveva istituito il precedente sindaco Piercarlo Fabbio) di cui facevano parte e non ha pagato loro gli arretrati maturati per legge. La scorsa primavera il giudice del lavoro Francesca Lippi condannava il Comune di Alessandria a pagare circa 120.000 euro ad ognuno dei quattro legali, per un totale che sfiora i 500.000 euro.
La sindaca Rossa, per difendere il Comune in giudizio, dava l’incarico a Gianni Abrile che non ha dato l’esame di stato in Italia per diventare avvocato ma ha preso una laurea a Barcellona. Ecco perché non è ancora avvocato ma solamente abogado, anche se dopo tre anni, essendo la Spagna uno Stato Cee, il titolo si converte in quello di avvocato.
Gianni Abrile è molto vicino al Pd ed alla sindaca in quanto è marito di Luisella Quarati membro della segreteria del Pd alessandrino. Ma è anche membro del Cda di Costruire Insieme (una partecipata del Comune di Alessandria che costa un sacco di soldi e non serve a niente, un altro stipendificio a spese dei contribuenti) mentre suo marito Abrile, secondo gli accordi, avrebbe dovuto finire in Aral (la partecipata dello smaltimento rifiuti, coi bilanci perennemente in rosso pompeiano sparato). Se la prima nomina andava in porto, la seconda saltava per cui sembra che Rita Rossa abbia affidato la difesa del Comune di Alessandria proprio all’abogado Abrile a titolo di risarcimento per la mancata nomina. Ma Gianni Abrile risulta in organico nello studio legale di Claudio Falleti che è assessore di Rita Rossa agli Affari Generali e Legali, per cui scatterebbe per Abrile il conflitto di interessi.
Sulla cosa ha indagato l’ottimo Emanuele Locci, presidente della commissione controllo gestione del Comune che ha presentato un’interpellanza dove si legge: “Risulta dal sito internet dello Studio Legale Falleti che l’abogado Abrile sembrerebbe collaborare ed avere la sede di esercizio della professione presso lo Studio Legale Falleti sito in Piazza Garibaldi 16 in Alessandria e che lo stesso avvocato Claudio Falleti è anche Assessore al Personale e agli Affari Generali e Legali del Comune di Alessandria e quindi è un membro della Giunta Comunale”. Inoltre Locci nella sua interpellanza sottolinea il fatto che “la moglie dello stesso abogado Abrile sia anche un’importante esponente della direzione cittadina del Partito Democratico”. Non basta perché ora abbiamo la prova provata che la parcella di Abrile è dell’ammontare che abbiamo riportato noi, cioè di circa 35.000 euro, nonostante la smentita priva di fondamento del Comune. Infatti abbiamo la pezza giustificativa della parcella che risulta essere esattamente di € 34.559,26 (cifra spesa dal Comune) che al netto delle tasse diventano € 29.111,71 (quello che incassa Abrile).
Quindi è vero ciò che affermavamo noi di Alessandria Oggi e il presidente Locci, ed è falso (per l’ennesima volta) quello che ha dichiarato Rita Rossa.
Scusate se insisto, ma mi chiamo Evaristo.
E io pago.
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