Alessandria – Il centro Bellavita Wellness Age Srl con piscina tropicale, cui si aggiungono l’Hotel Diamante, l’Uci Cinema e la pizzeria Rossopomodoro, il tutto sotto la cappella dei post comunisti di Coopsette di Reggio Emilia, non sarà chiuso, e Coopsette, unione di sette cooperative rosse, non fallirà nonostante i debiti giganteschi, perché mercoledì, per decreto, l’ha salvata il governo allo stesso modo di come ha salvato la banca dei comunisti Monte Paschi di Siena, sempre a spese degli italiani.
E io pago.
E così il Bellavita di Spinetta, una società che si faceva pagare i debiti dai compagni (quindi da tutti noi che compagni in gran parte – circa l’80% – non siamo), potrà continuare a lavorare – si fa per dire – nonostante costi di più di quel che guadagni (la teoria liberale einaudiana direbbe che bisogna spendere una lira meno di quel che si guadagna, mentre loro, i comunisti di Coopsette-Bellavita, hanno applicato la teoria dei trinariciuti per cui paga sempre Pantalone). Nel solo centro wellness i dipendenti sono 24 e hanno avuto difficoltà a riscuotere la quattordicesima pagata in due tranche, poi ci sono quelli dell’hotel per il quale le prenotazioni sono bloccate al 31 dicembre. Il clan Renzi alla guida della nostra povera Patria ha indicato in Giorgio Pellacini, un post comunista laureato in economia e commercio di Reggio Emilia, il commissario per la liquidazione di Coopsette, mentre i dipendenti del Bellavita, vista l’aria che tira, stanno scappando come i topi della nave che affonda.
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