Novi Ligure – Quella che si è soliti chiamare la “Liguria Piemontese”, con capoluogo Novi Ligure di cui è stata capoluogo di provincia a nord di Genova fino al Trattato di Campoformio del 1797, è la zona di maggiore diffusione della peste suina, la zona rossa che va dal Piemonte alla Liguria, dalla provincia di Alessandria a quella di Genova (nella cartina a lato tratta da Il Secolo XIX). In totale, al momento, sono coinvolti 114 Comuni. Di questi, 36 (fino a ieri mattina erano 24) si trovano nella provincia di Genova, 78 sono in Piemonte (54 sino a ieri) e 7 sono in provincia di Savona, l’unico territorio in cui la zona rossa, rispetto ai giorni scorsi, non è stata estesa. Nel frattempo, il ministero della Salute ha inviato una lettera nella quale invita la Regione Liguria e la Regione Piemonte “all’adozione tempestiva di opportuni provvedimenti finalizzati a disporre il divieto di svolgimento di qualsiasi attività venatoria nei territori compresi nella zona infetta”, mentre l’assessore regionale della Liguria con delega alla Caccia, Alessandro Piana, ha proposto al governo l’abbattimento di tutti i cinghiali presenti nella zona rossa per “evitare che il contagio si allarghi”. La peste suina africana non è pericolosa per l’uomo e neppure per gli animali con l’eccezione di cinghiali e suini. Secondo Piana è necessario evitare che animali d’allevamento possano contrarre il virus e allo stesso tempo evitare che cinghiali infettati – una carcassa è stata rinvenuta a Isola del Cantone e altre cinque in Piemonte – possano allontanarsi dal territorio in cui si trovano e allargare il contagio. Piana dice che le battute “non potranno essere fatte con l’utilizzo dei cani, perché i cinghiali scapperebbero, ma vanno programmate con postazioni fisse e altre tecniche che non facciano disperdere gli animali”. Secondo una stima la popolazione di cinghiali, in Liguria, è di circa 40.000 capi, di cui più di 10.000 inseriti nella zona rossa. Al momento, nei Comuni liguri interessati dalla peste suina, non vige ancora nessun divieto se non una raccomandazione fatta dalla Regione a fermare ogni attività venatoria. Tra i nuovi Comuni interessati alla diffusione della peste ve ne sono diversi anche nel Golfo Paradiso e in Val Trebbia. Le prime carcasse infette da peste suina africana sono state trovate nel Comune di Ovada, in provincia di Alessandria, tanto che i centri della Valle Stura sono stati tra i primi a essere inseriti nella zona rossa. Anche a Tiglieto, la preoccupazione è forte.