Casale Monferrato (AL) Gianni Patrucco – Forza Italia ha raccolto oltre 7.500 firme di altrettanti casalesi che protestano per la chiusura delle attività interventistiche della Clinica S. Anna ad opera della Regione Piemonte. Nonostante ciò l’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta non ha voluto ricevere Giorgio Demezzi (ex sindaco di Casale, attuale leader della minoranza in consiglio comunale, Forza Italia) e Nicola Sirchia (coordinatore cittadino di FI e consigliere comunale di minoranza) che volevano presentare la petizione.
“Prendiamo atto che l’Assessore Regionale Saitta – ci ha detto Sirchia – ha incontrato la sindaca Palazzetti mentre si era clamorosamente negato solo pochi giorni fa a chi gli portava la voce di oltre 7.500 casalesi, ma a leggere il comunicato della prima cittadina l’unica cosa chiara è che siamo sempre e solo alle parole. Di concreto non vi è nulla e la situazione messa nera su bianco è sempre e ancora quella della D.G.R. 1-600. Non convince inoltre – ha aggiunto l’ingegner Sirchia – la situazione di Oncologia e le parole della sindaca non fanno che confermare che questo reparto è, e rimane senza letti dedicati, rimandando all’uso eventuale di 10 letti di Medicina che però risultano già allo stato attuale avere un indice di occupazione elevatissimo”.
Intanto anche la CGIL comunica le prime ripercussioni occupazionali sui lavoratori in appalto alla Casa di Cura e si stanno concretizzando quei timori che da tempo Forza Italia aveva espresso.
“La preoccupazione – aggiunge il coordinatore di FI – è che la trasformazione della struttura in ospitalità per malati psichiatrici non solo non sia così idonea alla configurazione della Clinica, ma possa mettere a rischio anche la permanenza delle attività di diagnostica e di laboratorio”. Tuttavia da Forza Italia fanno sapere che possono ancora esservi spazi per il mantenimento in città di un sistema sanitario adeguato e basato sui due pilastri (pubblico e privato convenzionato) che, da sempre, ne fanno un polo dalla qualità di servizio alla cittadinanza e al territorio.
“Spiace – conclude Nicola Sirchia – aver avuto l’ennesima conferma che dalla sindaca non avremo l’aiuto sperato, anche se facciamo comunque appello a tutti i soggetti interessati qualiRegione, ASL, Comune, Clinica, perché si possa lavorare ad una sanità monferrina di livello. Se la sindaca cambierà idea e lascerà gli ordini di partito per difendere finalmente la sua città, sarà la benvenuta, diversamente Casale ha già dimostrato di sapersi far sentire anche senza di lei”.
Insomma, la signora Titti, se da un lato non ne ha azzeccata una, è riuscita in un intento quasi impossibile, cioè quello di mettere d’accordo la CGIL e Forza Italia.
E non è poco.
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