Il Milan con Sacchi o Guardiola e il Barca: secondo il sentire comune sarebbero questi i tecnici e queste le squadre ad aver rappresentato storiche innovazioni nel calcio. In realtà nel 1970/71/72 la Ternana guidata da Corrado Viciani si impose come novità europea praticando il cosiddetto “Gioco Corto”, poi ripreso da Milan e Barca anni dopo. E sabato prossimo alle 14 al Mocca va in scena Alessandria – Ternana, partita di importanza determinante, soprattutto per il campionato dei Grigi. La pattuglia allenata da Longo infatti, reduce dalla deludente sconfitta di Monza di lunedì scorso, è quart’ultima in classifica con 8 punti racimolati in 11 partite. Anche la Ternana arriva da una sconfitta, quella casalinga rimediata contro la terza neo promossa Como. La Ternana occupa ora il 15° posto in classifica con 5 punti di vantaggio sui Nostri e, nel caso in cui la classifica della regular season dovesse confermarsi tale, i Grigi retrocederebbero direttamente, senza passare neppure dai playout. Inoltre 5 punti dalla quintultima sono, se proiettati nei rimanenti due terzi di campionato, 15 punti, record storico. Terni è una città poco più grande di Alessandria (101.000 anime) ma la provincia ha un quarto della popolazione alessandrina. A nostra memoria non si ricordano crisi societarie drammatiche dei rosso verdi, benché sia una piazza calcistica che ha vissuto sovente alti e bassi. Il club umbro ha dalla sua una costante però: un pubblico caloroso, numeroso e tanti abbonati. Le piazze di quella tipologia però l’entusiasmo si trasforma qualche volta in un problema, vista la pressione alla quale è sottoposta la squadra. Proprietario del club, e dal febbraio 2019 Presidente è Stefano Bandecchi, nato a Livorno nel quartiere popolare Shangai nel ’61 e il cui padre lavorava come autotrasportatore per gli Spinelli. Da giovane prima ha fatto il parà , poi, volontario ritornato dal fronte, a Roma mette in piedi attività nel ramo ristorazione, turismo ed editoria. Il salto di qualità l’imprenditore lo ha compiuto fondando una Università privata, la Unicusano, con sedi a Milano e Roma. Nel 2009 il gruppo fatturava 85 milioni di euro e gli affari sembrano andare a gonfie vele. E pure la Ternana viaggia con il vento in poppa: nel 2020 in C arriva ad un soffio dalla promozione con Fabio Gallo, mandrogno di adozione, in panchina. Poi cede al “richiamo della foresta” della sua amatissima Livorno e, come nuovo allenatore, sceglie Lucarelli, punta livornese di buon nome, nato e cresciuto nello stesso quartiere del presidente il quale non è Viciani ma a Terni ha dato la stagione scorsa buona prova di sé. Alcuni particolari curiosi di questa vicenda tutta livornese: Bandecchi, causa le sue simpatie politiche di destra, ha tentato a più riprese di comprare il Livorno ma Spinelli non lo ha mai voluto accontentare e la tifoseria toscana, politicamente orientata a sinistra, ha persino osteggiato il suo approdo alla guida dei labronici. Bandecchi però, nella Ternana 2020/2021, individua un livornese del suo quartiere come allenatore tra lo scetticismo generale, vista la carriera di mister non certo sontuosa di Lucarelli. Inoltre l’ex puntero, da sempre uno dei capi riconosciuti della sinistra extraparlamentare, è uno storico riferimento per la tifoseria amaranto. La stagione scorsa, nel proibitivo girone meridionale della C, la Ternana balza subito al comando e “ammazza il campionato”, davanti a corazzate come Bari, Avellino, Palermo e Catania: un trionfo a suon di record polverizzati. Quanto ai livornesi, che i compagnucci del ‘21 non siano più quelli di una volta è vieppiù dimostrato dalla vicenda estiva degli amaranto, lasciata miseramente fallire dal compagno Spinelli. Per ripartire il sindaco labronico, viste le tre cordate interessate ad assumere la proprietà del nuovo Livorno, opta per affidare il neonato club che riparte dall’Eccellenza (con Spinelli sempre lì si va a finire…) a Paolo Toccafondi (si, il nostro ex portiere che poco piaceva ai nostri Ultras nei suoi 4 anni di permanenza in riva al Tanaro). Il nostro prode aveva infatti appena ceduto il Prato club di famiglia da più di 45 anni anche perché contestato dai tifosi locali in quanto troppo “di destra”… Su endorsement di Lucarelli (incredibile ma vero), guru patentato, Paolo Toccafondi diventa il nuovo Presidente del Livorno e, con buona pace di tutti, ingaggia l’ex grigio mister Buglio mister mentre da Terni e da quel destrorso di Bandecchi arrivano regalati (e pare pure pagati) Vantaggiato e Torromino a nobilitare una rosa che, per l’Eccellenza, era già un lusso. Entusiasmo alle stelle, una città rinata dopo la retrocessione e il fallimento della stagione precedente, stadio gremito e sponsor come se piovesse: 1400 abbonati il primo giorno di prevendita degli abbonamenti con gli sportivi a fare la coda all’alba davanti ai botteghini ancora chiusi. Grazie a questi numeri e a queste dimostrazioni di affetto, pensiamo noi, se a Livorno scrivessero certe penne locali un premio Pulitzer non glielo negherebbe nessuno. E pure gli opposti estremismi, per l’occasione, vanno d’accordo grazie al calcio e al Livorno in particolare. Il compagno Spinelli ha trattato invece il Livorno come una scarpa rotta, grazie a una sorta di rottamazione pilotata che ad Alessandria gli era riuscita bene. La Ternana ha fatto un mercato consistente in estate, benché partisse da basi tecniche solide. 20 acquisti (compresi i rientri dai prestiti) e 16 cessioni nel mercato estivo, una rosa di 35 elementi compresi tanti giovani del vivaio, con 9 stranieri e un’età media di 27 anni. Gli arrivi più significativi sono quelli di Diakitè, Ghiringhelli, Agazzi, Palumbo, Donnarumma che si aggiungono ai confermati Partipilo, Palumbo, Falleti e Casadei, nostro ex portiere dal 2006 al 2008. Tra le cessioni sono da rimarcare quelle di Suagher, Marilungo, Yallow, Vanderputte, oltre ai già citati Vantaggiato e Torromino, mentre Mammarella si è ritirato. Nonostante il numero e la consistenza dei movimenti in arrivo e uscita il mercato estivo degli Umbri, condotto dal DS Luca Leoni (arrivato su quella scrivania nel 2018 e contrattizzato fino al ’23), è stato chiuso quasi in pareggio. Come dire: per qualcuno conta quanto si spende, per altri come si gestiscono le risorse. Ma Leoni arriva da 4 mercati precedenti condotti con attenzione e sagacia, ha stravinto il suo campionato e si è messo nelle condizioni di poter operare nel presente e nel futuro senza ricatti contrattuali e liste infinite di calciatori invendibili da cedere a tutti i costi. E se a qualcuno qui da noi fischieranno le orecchie pazienza: pensiamo sia la prima volta ma in futuro un acufene da calcio difficilmente potrà essere evitata, palafrenieri o no.