ANSA (23 settembre 2015 – ore 14,01) – Dopo il disastro di Fukushima non c’è stato neppure un morto per le radiazioni, ma in compenso 1600 persone sono decedute per lo stress legato all’evacuazione. Lo hanno affermato alcuni esperti durante un meeting a Tokyo, secondo cui questo conteggio non è ancora terminato e ha superato quello dei morti per ferite e traumi riportati durante lo tsunami. A quattro anni dal disastro, confermano anche le cifre dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, non solo non c’è stato nessun morto per le radiazioni, ma anche tra i soccorritori i tumori in più provocati dall’incidente rischiano di essere così pochi da non essere rilevabili dalle statistiche. Il 90% degli oltre 1600 morti per lo stress nella prefettura di Fukushima, spiegano i ricercatori, ha più di 66 anni. “Si tratta di persone che hanno dovuto subire cambiamenti drastici nelle proprie vite – spiegano – e ancora non sanno come pianificare il futuro, a partire dal ritorno a casa”. Durante il convegno, riporta il New York Times, molte critiche sono state mosse all’evacuazione, effettuata troppo in fretta e spesso senza motivo. Nella maggior parte dei territori sgombrati l’esposizione sarebbe stata di 4 millisievert l’anno, poco più dei 2,4 millisievert che si ricevono normalmente dalla crosta terrestre, e anche negli ‘hotspot’ a maggiore inquinamento non si sarebbero superati i 70 millisievert nei quattro anni, corrispondenti a fare una lastra l’anno. “Il governo- spiega Mohan Doss del Fox Chase Center di Philadelphia – è andato nel panico. Se si evacua un’unità di terapia intensiva e si portano i pazienti in una palestra non ci si può aspettare che sopravvivano. Molte vittime erano in case di riposo, e molte si sono suicidate. È stata la paura delle radiazioni, e non le radiazioni stesse, ad uccidere”.
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