Giovedì pomeriggio alle sei scende (o sale, non sarebbe più corretto?) il Frosinone allo Stadio Moccagatta per il decimo turno del campionato cadetto. L’Alessandria ha 7 punti, il Frosinone il doppio e, al momento, naviga nella fascia playoff. Due cenni sulla storia dei laziali perché sono davvero tanti i personaggi che abbiamo conosciuto ad Alessandria e che hanno militato anche a vario titolo nel club ciociaro. A cominciare da Claudio Di Pucchio, indimenticabile “geometra” dei Grigi (con Lorenzetti, Vanzini, Sassaroli, Ciceri e compagnia ha incantato i Grigi allenati da Manente e arrivati due volte secondi in C Girone Unico) poi giocatore dei ciociari nell’era frusinate del dopo Mannocci. Tra i giocatori segnaliamo Blanchard, il nostro attuale terzino sinistro Beghetto e ancora altri ma, soprattutto, ci fermiamo sul grande ex della partita: Moreno Longo, il quale ha conquistato la Serie A sulla panca dei ciociari. Dopo una brillante salvezza ottenuta a Vercelli, Longo ha incrociato Marco Giannitti, allora DS dei laziali e ora DS del Perugia, il quale ha apprezzato a tal punto l’organizzazione di gioco e quel 3-5-2 dei biciolani targato Moreno che, per tentare la scalata in A, ha individuato proprio nel nostro attuale mister l’uomo giusto. Giannitti, dal 2013 al 2019, è stato il braccio armato della società laziale, portandola dalla C alla A. Ora su quella poltrona siede per il 2° anno consecutivo un altro grande DS: Guido Angelozzi che in carriera ha colto risultati importanti a Sassuolo e La Spezia. Ma l’anima, la forza e l’ambizione visionaria dell’attuale Frosinone è da attribuire alla famiglia Stirpe, prima il padre Benito (al quale è intitolato il nuovo stadio di proprietà del club) poi il figlio Maurizio, Presidente dal 2003. Oggi la famiglia rappresenta un gruppo industriale che fattura 300 miliardi di euro con attività che spaziano dalle Costruzioni Generali alla componentistica di plastica per auto e moto, che dà lavoro a circa tremila dipendenti, per la maggior parte occupati negli stabilimenti del frusinate. Stirpe è l’attuale vice presidente di Confindustria e siede nel CdA del Sole 24 Ore. Riflessione: abbiamo conosciuto grandi imprenditori e personaggi positivi innamorati del calcio, anche nelle righe di queste presentazioni delle squadre avversarie, e ci accorgiamo di come spesso il mondo del calcio sconfini nelle realtà industriale, commerciale e culturale del nostro Paese. Avere presidenti di questo tipo, come pure noi mandrogni con Di Masi, è garanzia di continuità, correttezza e cultura sportiva per questo sport. Dopo di che il mondo cambia e sono necessarie, da parte dei massimi dirigenti federali e di club, azioni strategiche per confermare un ruolo principe del calcio nel campo delle attività umane e del tempo libero. Dimenticando i massimi sistemi nella passata stagione il Frosinone (allenatore Nesta per le prime 30 giornate e poi Grosso) si è piazzato al decimo posto in B, quindi escluso dai playoff. Stagione in chiaro scuro la sua, col cambio di guida tecnica che ha portato con sé il cambio di modulo, dal 3-5-2 al 4-3-3. Anche in questo inizio di stagione Grosso, riconfermato in panchina, sta pensando a un nuovo cambio di modulo, transitando dal 4-3-3, applicato anche in occasione dell’ultima partita vinta in casa contro l’Ascoli, al 4-2-3-1, non appena il neo acquisto Maiello (ingaggiato da svincolato così come Ricci) raggiungerà una condizione fisica dignitosa. La campagna estiva condotta da Angelozzi è stata radicale: 24 cessioni e 19 acquisti, con un taglio deciso del monte ingaggi e un ringiovanimento della rosa. L’organico è stato immaginato per poter dare al mister tante soluzioni possibili, spaziando dal 4-3-3 al 3-5-2, al 4-2-3-1 e persino al 4-4-2: qualunque strategia o modulo intenda sperimentare, Grosso se lo può permettere. Da notare che sono stati 3 i giocatori prelevati dal Chievo radiato (Garritano, Canotto e Cotali) e due big ingaggiati a mercato chiuso (Ricci e Maiello). Fra i pochi confermati della passata stagione si segnala tal Boloca, un centrocampista di fine ’98 prelevato a costo zero dalla Fossanese dopo che alle spalle aveva tutta la trafila nella cantera Juve. Nessuno lo ha individuato in tempo utile e Angelozzi ha portato il ragazzo a Frosinone con un colpo da maestro, nonostante il ragazzo sia piemontese, nato a 50 Km da qui e rimasto sempre in questa plaga. E sono queste le operazioni che qualificano la fantasia, la professionalità e la conoscenza di uomini e del sistema calcio (quello vero) di un DS che si propone a questi livelli; caso simile, anche se non così clamoroso, a quello di Lucca, ora a Pisa. Nella rosa approntata dal DS ciociaro per la scalata ai vertici della cadetteria nel 2021/2022 ci sono 10 stranieri, tra cui un nazionale e un particolare curioso: l’ingaggio di un giovane giocatore maltese. Pensare che il campionato maltese pullula di calciatori italiani che tentano la fortuna sull’isola, mentre un’importazione di ritorno (ovvero da Malta all’Italia) ci pare davvero bizzarra: quando si dice che la globalizzazione sta cambiando il volto al pianeta. A giovedì per le pagelle.