Casale Monferrato (AL) – L’ex senatore Lorenzo Piccioni, 61 anni di Vercelli, molto noto anche nel casalese per essere stato eletto nel 2008 al Senato nel collegio Piemonte 13 Vercelli-Casale-Valenza per il Pdl, residente a Cerreto Castello in provincia di Biella, è stato arrestato stamane dalla Guardia di Finanza con l’accusa di corruzione e peculato. Il politico biellese, che è stato membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo di rifiuti e sulle attività illecite connesse, si trova agli arresti domiciliari in quanto coinvolto in un’inchiesta che riguarda la discarica del paese siciliano di Mazzarrà Sant’Andrea in provincia di Messina che ha portato anche all’arresto del sindaco Salvatore Bucolo. Oltre a loro, nel mirino degli investigatori ci sono due amministratori pro tempore della Tirreno Ambiente società messinese di cui è presidente lo stesso Piccioni. Nell’inchiesta denominata “Operazione Riciclo” condotta dalle Fiamme Gialle sono finite alcune anomale sponsorizzazioni sportive che la Tirreno Ambiente avrebbe emesso a favore di alcune società, e questo al fine di ottenere il placet di soggetti pubblici che avrebbero dovuto vigilare sulla corretta gestione dell’azienda. Gli inquirenti hanno preso spunto dalla maxi indagine che la Procura di Barcellona aveva avviato sui rapporti tra l’amministrazione comunale, la discarica di Mazzarrà e la Tirreno Ambiente, società mista pubblico-privata che gestisce il sito di stoccaggio. Il “trucchetto” che era stato messo in piedi da Sindaco e vertici della Società per mettersi in tasca diverse migliaia di euro era abbastanza semplice e, dal marzo 2007 al novembre 2014, ha costituito per il Comune di Mazzarrà un danno economico di oltre 12,5 milioni di euro. Il meccanismo prevedeva che ogni Comune che conferiva rifiuti nella discarica di Mazzarrà Sant’Andrea doveva versare, mensilmente, una “tariffa per opere di mitigazione ambientale”, ossia una quota per il “disagio” causato ai residenti. Questi soldi erano raccolti dalla Tirreno Ambiente e, entro 30 giorni, versati alle casse del Comune. Le indagini hanno appurato che, dal marzo 2007 al novembre 2014, la Società ha ridotto i versamenti, illegittimamente, dimezzandoli del 50% (da circa 12 euro a circa 6 euro) e provocando un danno nelle casse del Comune di oltre 12 milioni di euro. La differenza sarebbe finita direttamente nelle tasche degli amministratori delegati che si sono succeduti nel tempo. Nelle casse della Società sono stati ritrovati più di 2,8 milioni di euro. Secondo le accuse il Sindaco Bucolo avrebbe agito solo a beneficio suo e della Tirreno Ambiente, tanto che, attraverso una delibera, dava il via legale al dimezzamento della tariffa (cioè i soldi che entravano nel suo Comune) e poi, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe ricevuto per questo atto amministrativo somme di denaro pari a 33.000 euro attraverso un sistema di tangenti che avrebbe coinvolto anche il parroco della Chiesa di Santa Maria delle Grazie spinto dal sindaco Bucolo a firmare delle richieste di contributi da parte della Tirreno Ambiente per le feste patronali e le iniziative della parrocchia: il parroco firmava, i soldi erano stanziati, solo che poi finivano nelle tasche personali del primo cittadino. Ma non è tutto perché si parla anche di alcune anomale sponsorizzazioni sportive che la Tirreno Ambiente avrebbe fatto a favore di alcune società, e questo al fine di ottenere il placet di soggetti pubblici che avrebbero dovuto vigilare sulla corretta gestione della società presieduta dal senatore Piccioni. Nell’inchiesta si fa pure cenno ad un contributo di oltre 700.000 euro a favore della squadra di calcio No.Ve. di Borgo Vercelli, di cui presidente e rappresentante legale era l’imprenditore Giuseppino Innocenti, per il quale è stata chiesta la custodia cautelare in carcere. Inoltre sono finiti sotto sequestro i beni degli arrestati consistenti in beni mobili, immobili e ingenti somme di denaro.
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