Asti – È ripreso nei giorni scorsi, nel tribunale di Asti, dopo la pausa estiva, il processo “Carminius” sulle infiltrazioni della n’drangheta, per fatti presumibilmente avvenuti a Carmagnola. Una lunga vicenda giudiziaria, giunta alle 63° udienza. Tra gli imputati presenti nella nuova maxi aula del tribunale anche l’ex assessore regionale Roberto Rosso, accusato di voto di scambio politico-mafioso in campagna elettorale. Secondo l’accusa, Rosso avrebbe chiesto appoggio elettorale offrendo 7800 euro a due presunti boss, Onofrio Garcea e Francesco Viterbo, condannati in primo grado. Ieri Rosso è tornato in aula dopo aver scontato 200 giorni in carcere. I suoi legali hanno chiesto il proscioglimento dall’accusa.
Ieri ha deposto anche Raffaella Furnari, storica segreteria dell’ex assessore, e Luigi Sodano, ex portavoce di Fratelli d’Italia, che ha confermato la buona fede di Rosso.
FdI, partito di cui Rosso era leader regionale, si è costituito parte civile nel processo con l’avvocato Alessandra Putignano di Roma. Parti civili anche il Comune di Carmagnola con il sindaco Ivana Gaveglio, assistita dall’avvocato Gian Mario Ramondini di Torino, la Regione con l’avvocato torinese Alessandro Mattioda e l’associazione Libera, con il legale Vincenza Rando di Modena.
Presente in aula e all’esterno del palazzo di giustizia anche un massiccio schieramento di polizia e carabinieri.
Nel corso delle varie udienze sono stati ascoltati più di duecento testimoni: 29 complessivamente gli imputati, tra cui 13 per associazione mafiosa.