Nanetto: Egidio Notaristefano, centrocampista dei Grigi in C1 in coppia con Mariotto, nella sua permanenza ad Alessandria ha lasciato, come sapiente mediano mancino, ricordi indelebili nella nostra tifoseria. Al punto che, quando s’è trattato di sostituire Cusatis Scusatis, il popolo grigio aveva caldeggiato (eufemismo) presso Di Masi, come mister subentrante, l’assunzione proprio di Egidio, il quale aveva nel frattempo intrapreso la carriera di allenatore con alterne fortune. Notaristefano aveva giocato alcune stagioni a Lecce e lui comasco, quando parlava della sua permanenza in Salento, quasi si commuoveva, sottolineando come la città e la piazza leccese fosse per lui un paradiso per un calciatore, sia per l’entusiasmo diffuso, sia per la saggezza e la competenza dei dirigenti e della stampa locale che per una cultura sportiva davvero speciale d’un intero territorio. Questa seconda stagione consecutiva, nella quale opera con i poteri che merita (cioè totali!) tal Pantaleo Corvino, è tutta farina del sacco del Direttore, il quale si era fatto “un nome” a livello nazionale proprio a Lecce all’ inizio della sua fantastica carriera di dirigente calcistico. Se imprenditori avveduti come i Della Valle hanno delegato per oltre un decennio la massima responsabilità della loro amata Fiorentina a Corvino è il segnale di una eccezionale capacità riconosciuta al manager pugliese. E sabato prossimo saremo a giocarcela allo stadio di Via del Mare nel Salento. Dopo tre partite di campionato il Lecce ha raccolto solo due punti in classifica con Baroni in panca ma giocando almeno due partite su tre denotando una superiorità a volte schiacciante nei confronti del contendente di giornata ma punita oltremodo da episodi negativi fortuiti. Il Lecce, nella stagione passata, arrivava dalla retrocessione dalla A e il suo Direttore Generale aveva approntato una squadra che, fino a tre giornate dalla fine, stazionava fra il primo e il secondo posto in classifica, poi vanificate nel finale e nei playoff. La conferenza stampa di fine mercato del DG generale del Lecce è stato un autentico trattato di politica calcistica applicata ed è stata pubblicata l’indomani dovunque si scrive di calcio e di Serie cadetta in particolare. Per carità, da un personaggio di quello spessore era lecito attendersi una lezione simile ma non si può pretendere che personaggi del genere vengano a lavorare per la neopromossa Alessandria, società che da una cinquantina d’anni manca dalla B. Però, fra una conferenza stampa tempestiva che ricordava da vicino una lezione universitaria (quella di Corvino) e un’intervista davanti al caminetto, rilasciata in ritardo “solo” di due settimane ( un’era geologica nel calcio attuale) dal nostro DS a una sola giornalista inoltre redattrice di un periodico media partner della Società, una media ponderale fra il comportamento de l’uno e dell’altro DS la si deve pretendere. Inoltre il tepore del “caminetto” ha fatto sì che la cronista, nota e potente baluardo sindacale dei princìpi fondanti del giornalismo indipendente, almeno in quella intervista, si sia “dimenticata” di porre domande fondamentali e non ha neppure preteso che Artico non svicolasse davanti a certe domande con patetici tentativi di ciurlare nel manico, degni di un politico di terza fila. Evidentemente la strategia del nostro ex bomber sembrerebbe quella di parlare solo ai suoi acritici amichetti, pensando che la massa degli sportivi mandrogni (quelli che in buona parte pagano il biglietto o l’abbonamento) siano una massa di pecore alla quale poter far credere che ad Alessandria l’acqua tendenzialmente va in salita, con buona pace della nostra giornalista, sempre attenta alla deontologia… degli altri ma mai alla propria. Difetto peraltro diffuso da tanti anni nel sindacalismo a tutti i livelli, o no? A Lecce invece Pantaleo ha spiegato il tentativo del mercato dei giallorossi di ridurre drasticamente il monte ingaggi, di svecchiare la rosa andando a pescare a piene mani giovani calciatori semisconosciuti. Parliamo di ragazzotti nati dal 2000 in poi islandesi, danesi o spagnoli; possibili sorprese utili per spendere poco di ingaggio e potenziali protagonisti di future plusvalenze. I primi due obiettivi sono stati raggiunti, per il terzo bisogna ovviamente aspettare qualche mese. 25 sono i giocatori in organico, suddivisi in modo corretto fra i reparti, (capito il messaggio?) e il capo cannoniere in carica, Coda, è rimasto. Poi 5 ragazzotti del vivaio salentino aggregati alla prima squadra, cosa per noi oggettivamente impossibile. Il Lecce l’abbiamo visto nelle partite precedenti e, al di là dei punti raccolti, abbiamo visto una qualità di gioco e di individualità da far tremare i polsi. Noi andremo nel Salento con la squadra ancora incompleta, decimata da infortuni e ritardi di condizione. Però, contro il Brescia al Mocca, per otto undicesimi i titolari erano quelli della C. Due domandine facili facili: ma come mai al Mocca non erano in campo i primi quattro acquisti di luglio i quali, fra l’altro, hanno sostenuto la preparazione dal primo giorno di ritiro. Quindi le motivazioni addotte circa i ritardi nel raggiungimento di una forma fisica decente da parte dei nuovi arrivati giunti con colpevole ritardo funziona giusto per alcuni dei nuovi acquisti e non può essere un alibi generalizzato. Vero giornalista sindacalista o, se preferisce sindacalista giornalista? Se poi il cruccio è non avere a disposizione Prestìa perché infortunato, si può sostenere tranquillamente che, al netto degli indubbi miglioramenti di questo ragazzo con il quale mi complimento sinceramente (pur portato qui da D’Agostino, ahimè una macchia indelebile…) stiamo parlando di un giocatore che alla sua età non ha mai fatto 1’ in categoria, quindi… Attenzione però : se a Lecce la partita contro un favorita per la vittoria finale del torneo dovesse prendere una deriva favorevole, magari grazie a un mero episodio, lo squadrone potrebbe andare in tilt davanti al suo pubblico e perdere lucidità e sicurezza nei propri mezzi, Vicenza a Cosenza nel terzo turno docet.
Ad maiora.