Alessandria – Martedì 31 agosto alle 20 s’è chiusa la finestra di calciomercato estiva per le società professionistiche. L’Alessandria, neo promossa in B, ha ingaggiato 13 nuovi giocatori e di quelli che “non rientravano nel progetto” (come si dice adesso, perché ormai il calcio odierno sembra appannaggio di geometri, architetti o ingegneri anziché, come una volta, di presidenti, direttori sportivi e allenatori; gente di calcio insomma) se ne sono andati pochini, e si capirà in seguito quanto sia costata a Di Masi questa sorta di liquidazione forzata. Fra i nuovi arrivi ce ne sono alcuni che il Mister ha già allenato o conosce bene, altri sono autentiche incognite, sia per essere arrivati ora nel calcio dei grandi, sia perché novizi della categoria. La possibilità poi di rinforzarsi ulteriormente o sfoltire la rosa c’è ma solo attraverso la lista degli svincolati. Poi a gennaio comincerà il cosiddetto “mercato di riparazione”. Se siamo commentatori o anche semplici tifosi intellettualmente onesti e in buona fede, dare giudizi, ora, mi pare ingeneroso. La cadetteria non la si frequenta da una cinquantina d’anni e i nostri parametri devono ancora essere aggiornati. L’unica figura professionale dell’attuale organigramma mandrogno, che sa di cosa si parla con cognizione di causa è Moreno Longo, gli altri sono al momento solo apprendisti e vedremo in seguito se sono stati bravi studenti o zucconi senza speranza. Una cosa è certa: se le cose dovessero prendere una piega favorevole già sappiamo a chi saranno riconosciuti i meriti; se le cose invece dovessero procedere “così così”, per la parte che funziona, laude al solito noto che gode di sempiterna stima dei leoni da tastiera, mentre per le situazioni che non funzionano, i capri espiatori sono già preconfezionati, individuabili con nome e cognome. Che saranno gli stessi imputati in caso di rovinose delusioni. In un caso, nell’altro o nell’altro ancora il “Tribunale del Popolo Social” emetterà una sentenza già preconfezionata e i cancellieri saranno i giornalisti di riferimento. Naturalmente un’analisi corretta basata su dati di fatto inoppugnabili è un sogno irrealizzabile, per cui, a furia di prendere lucciole per lanterne, abbiamo fatto 50 anni di Purgatorio, e certi atteggiamenti uterini della piazza hanno contribuito ai nostri insuccessi. Se conosciamo bene i nostri pollastri adesso comincia la caccia per scovare paternità e affinità per ogni nuovo arrivato, un giochino che appassiona gli sfigati ma che non porta a nulla: tanto qui paga solo e sempre Di Masi. Un dato oggettivo comunque è già emerso: un momento fondamentale della stagione come il ritiro precampionato è stato vissuto con giocatori che non fanno più parte del gruppo, quindi Longo ha lavorato un mesetto con gente che non giocherà qui, mentre ha preso in carico i ragazzi nuovi, arrivati alla spicciolata, con tanti elementi che si sono guardati in faccia la prima volta giusto qualche giorno fa.
C’è da sperare che il Mister tocchi “le corde giuste”, come nel gennaio scorso e che “la chimica di gruppo” funzioni pure stavolta. A tal proposito Cosenza ed Eusepi, ritenuti punti di riferimento del gruppo, se ne sono andati sbattendo la porta e vedremo chi avrà la personalità e il carisma di sostituirli. Pure la struttura societaria, grazie ai vari responsabili tecnici, amministrativi, commerciali, della comunicazione e sanitari, dovranno dare il meglio ma, a tale riguardo, le certezze non sembrano così granitiche. Le operazioni di mercato comunque sono state portate a termine a singhiozzo, forse senza la tempestività necessaria. A tal proposito condannare qualcuno piuttosto che qualcun altro non è corretto poiché il mercato calciatori, in entrata e in uscita, non è mai scandito dagli ultimi arrivi, bensì dai “club leader”, come è giusto che sia. Altra curiosità sarà valutare chi, fra le quattro neopromosse, s’è mossa meglio in B, e speriamo di non arrivare ultimi. Di tutto quello che è stato fatto dal DS in termini di acquisti e cessioni siamo curiosi di sapere quale, quando, come e in che misura sia stata individuata una strategia di mercato, e fino a che punto sia stata portata avanti con profitto. Tra quattro, cinque turni si comincerà ad intuire il “progetto (ahi!) di squadra” ma tutti i club cadetti hanno cambiato tanto e certi ritardi potrebbero diventare una costante. Una certezza purtroppo c’è: non confermarsi in categoria sarebbe un balzo all’indietro di una decina d’anni per l’Alessandria e per Alessandria. Con buona pace di quei celoduristi che sperano in cuor loro di tornare a giocare in campionato contro il Libarna (con tutto il rispetto che è dovuto alla Società di Serravalle Scrivia, s’intende), non pensando ovviamente che i Rossoblù arrivino in Serie B bensì che noi, come i gamberi, ritorniamo a frequentare certe categorie alle quali la Storia del Calcio mandrogno e della maglia Grigia stanno un po’ strette.
Chi vuol intendere intenda, chi non vuole… in roulotte.