Casale Monferrato (AL) – Nel convegno organizzato dall’assessorato alla Sicurezza, diretto da Federico Riboldi, e dalla Consulta territoriale, guidata da Angelo Giassi, il tema della sicurezza è stato centrale, soprattutto per le domande poste dal pubblico, centrate soprattutto sulle piene del Po nelle alluvioni del 1994 e del 2000, di franchi arginali, di argini che hanno ceduto e su lavori definiti di “seconda fase” che in realtà non sono stati affrontati, come ha sottolineato Massimo De Bernardi, del Calca. Passando agli interventi concreti è stato reso noto che, appunto tenendo conto di tutte le aree che furono alluvionate negli anni 1994 e 2000, il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) prevede nuovi criteri da seguire nelle zone alluvionate o soggette a esondazioni di fiumi e torrenti. L’obiettivo è quello di una maggiore sicurezza della popolazione, tanto che le nuove costruzioni dovranno essere realizzate su pilastri, come le palafitte, con la precauzione di evitare scantinati abitati o locali commerciali al piano terra, che dovranno invece essere ricavati al piano rialzato, magari aumentando in altezza le strutture. Chi derogherà dovrà firmare l’impegno, in caso di allagamento, a non chiedere risarcimenti. Concluso l’iter (mancano ancora passaggi alla Provincia e al Consiglio comunale) di adeguamento, entro qualche mese, del Piano regolatore al Pai, si dovrà inoltre tenere conto della richiesta regionale di non edificare su nuove aree, ma piuttosto di ristrutturare o ricostruire immobili dismessi.
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