“Bentornato Jimmy”, questo mi piacerebbe sentir dire dai i lettori di Alessandria Oggi della prima ora. Sperando in possibili nuovi estimatori sono tornato a imbrattare il web. Nel frattempo, il sito sul quale adesso scrivo è maturato. Ora sta su un altro pianeta rispetto ai tempi eroici della mia prima esperienza e mi tormenta il dubbio che sia cresciuto da quando l’avevo lasciato (eufemismo, mi avevano proprio cacciato!) e ho trovato un altro editore che mi ha accolto, emigrato e reietto, e non finirò mai di ringraziarlo. Adesso Alessandria Oggi è un giornale on line “grandi firme”, è stata creata una redazione sportiva formata da giovani preparati, puntuali, curiosi e appassionati. Tra questi ragazzi non c’è alcun malato di autoreferenzialità e, se qualcuno si beccasse quel morbo, potete star certi che quel qualcuno sarebbe il sottoscritto. Cichinisio, lo pseudonimo che mi ha schermato per anni, è stata la rubrica che, due lustri orsono, aveva fatto saltare gli equilibri dell’informazione sportiva locale secondo me allora dopata e asservita. Eravamo una banda di pazzi incoscienti ma con un obiettivo chiaro: far saltare tutte le colonne corinzie dell’informazione alessandrina, quella sportiva compresa. “Cichinisio” allora era stato un autentico “caso giornalistico”, ovviamente a dimensione municipale, mai riconosciuto dal “potere mediatico costituito” col quale, senza ammetterlo, ha comunque dovuto fare i conti facendo finta che Alessandria Oggi e Cichinisio manco esistessero. Sul versante politico amministrativo i 5 Stelle erano ancora dei carbonari, calcisticamente parlando, erano i tempi della salvezza dei Grigi da parte della politica che ha lasciato poi tutto nelle mani di dirigenti nefasti come Capra, Pavignano o Camagna, di Svicolone Menegatti e Cusatis Scusatis tra gli addetti ai lavori. Quello che mi sono sempre chiesto è perché una città intera non si sia resa conto come mai quelli dopo Veltroni, grazie ad alcuni politici locali, dalla sera alla mattina, abbiano magicamente trasformato l’Alessandria Calcio da Club pieno di debiti, retrocesso (perché al presidente di allora piaceva, diciamo così, “vincere facile”) e impresentabile, in una Società organizzata decentemente, pulita sul piano economico finanziario e degna della storia che rappresentava. Poi, gli stessi che in un annetto prima avevano salvato e ristrutturato i Grigi, hanno lasciato la società risanata, organizzata e in attivo nelle mani di imprenditori e professionisti mandrogni, acriticamente spalleggiati da gran parte della stampa locale. Gente come Capra, Camagna e Pavignano, soci e gestori dei Grigi, sono durati la bellezza di otto mesi e in quel breve lasso di tempo hanno compiuto un capolavoro: sono tornati i debiti e, dal punto di vista tecnico, si sono affidati alle sapienti intuizioni di tal Svicolone Menegatti e Scusatis Cusatis mister. Gli scheletri sono stati seppelliti notte tempo e l’argomento mai più affrontato. Anche la stampa locale, organizzata militarmente sotto l’egemonia di un Grande Capo, non faceva e non si faceva domande magari temendo la pelosità delle risposte. Intanto Cichinisio contestava il contestabile col fucile carico, interpretando un ruolo che vorrei riprendere insieme alla sua indipendenza. Da quei tempi è cambiato il mondo, è cambiato il calcio, è cambiata la Serie B, è cambiata la nostra città e… sono cambiato pure io. Gli stessi, più o meno, che allora facevano finta che questo giornale on line non esistesse e che la rubrica di calcio fosse scritta da un matto in stato di ebrezza post prandiale e pure inaffidabile perché non faceva parte della cricca, sappia che siamo di nuovo qui e che non basta un tesserino da pubblicista (patente che peraltro non si nega a nessuno…) per scrivere cose sensate, mentre lo stesso tesserino basta e avanza anche per non dire niente parlando tanto. E così ecco una buona ragione per la quale genericamente i media della carta stampata e delle emittenti locali stanno vivendo autentici tracolli del numero di copie vendute e di ascolti. Da due anni in qua, per problemi di salute non ancora del tutto risolti, sono passato da scribacchino a utente e quindi ho recitato in tutti i ruoli in commedia. Adesso, quando parlo con giornalisti e addetti ai lavori seri e preparati (perché ce ne sono ancora, sia chiaro!) non se la cavano con la classica alzata di spalle. I “contenuti” e, perché no, pure le polemiche innescate da “Cichi”, a distanza di anni, si sono rivelate originali, a volte inquietanti, spesso premonitrici. Cos’è la rubrica “Il cielo Grigio di Cichinisio”? Un tentativo di volare alto – calcisticamente parlando – e se dovessi cadere da là sopra lascerei un cratere di circa un milione di metri cubi. Ma diventa indispensabile volare alto perché i Grigi hanno conquistato una categoria che è un lusso per questa città, forse la novità più bella in Mandrognìa da due lustri a questa parte. Mi piacerebbe che tutti, ovviamente a partire da me, si godessero questa stagione di calcio “vero” e che ognuno di noi facesse quel che può per aiutare società e squadra, sperando che questo privilegio si possa trasformare nel tempo in una consolidata abitudine. Dio solo sa quanto questa città abbia un fottuto bisogno di conferme e di vittorie. Se parliamo di comunicazione, e qui indosso la maglietta del lettore, negli ultimi tempi ho rimpianto quando, in occasione di ritiri e trasferte, gli addetti all’informazione sportiva mandrogna seguivano la squadra dovunque, anche negli stadi più improbabili, per narrare di partite a volte inutili, a volte disperate. Nella passata stagione, giocata con gli stadi sbarrati ma conclusa con un’inaspettata promozione, le notizie di prima mano erano apprezzate dai tifosi e anche da me, solo che a seguire sistematicamente la squadra sempre e dappertutto, c’era solo Mimma Caligaris, magari accompagnata di volta in volta da qualche collega. A Padova, per la gara d’andata della finale play off, della moltitudine dei giornalisti alessandrini accreditati, solo lei era presente assieme ad un suo collega. Cosa un tempo impensabile! E un sincero apprezzamento e un ringraziamento alla determinazione di questa giornalista sportiva (con la quale non sono stato certo tenero in passato) ma che sola ha informato tempestivamente chi, come il sottoscritto, era segregato in casa. Nella partita di ritorno al Mocca invece, come da copione, la tribuna stampa ospitava una parte dell’intellighentia sportiva alessandrina schierata, con quei faccioni bolliti dal caldo, “seduti da destra a sinistra dall’alto in basso” (come le foto delle squadre immortalate prima di una partita), come se qualcuno li avesse dimenticati lì dalla partita precedente. Qualche giorno appresso alcuni di questi avevano avuto la presunzione di far sapere fino a che punto siano bravi, belli, forti, biondi e con gli occhi azzurri, sbeffeggiando i giornalisti veneti sconfitti, dando lezioni di attaccamento ai colori sociali, di storie di calcio e di deontologia professionale dispensati all’orbe terraqueo. No, cari amici, contestate i contenuti dei miei scritti, se siete capaci perché temo che non abbiate vinto un bel tubo di niente. Qualcuno di voi poi, sgomitando e lasciando credere di essere stato coprotagonista di una promozione tutt’altro che annunciata, si è dimenticato di analizzare scientificamente da chi, come e perché è stata costruita una promozione in una stagione che, nel dicembre scorso, sembrava, come al solito, compromessa, senza cavarsela con il solito appello al pubblico e ai tifosi determinanti. Forse esagero a voler “volare alto” ma pedonare, tipico dei fagiani individuati dai cani da ferma, credo non porti da nessuna parte. Chi di voi era giornalista da Interregionale lì è rimasto, e anche se fosse chiamato a scrivere del Real Madrid, lo farà nello stesso modo in cui scriveva e parlava della Fossanese. Ma lo sapete che i fagiani, oltre che a camminare sul suolo, volano pure?
Ad maiora