Ovada – Stando agli ultimi aggiornamenti, dovrebbe avvenire lunedì 10 maggio il ritorno nelle mani dello Stato di 300 chilometri di strade provinciali piemontesi: 14 sono le tratte interessante nell’Alessandrino, tra cui la martoriata 456 del Turchino, interrotta da mesi a Ovada, zona Gnocchetto, per la minaccia di una frana.
Il documento che ancora mancava per formalizzare l’atto di passaggio all’Anas del Piemonte è arrivato venerdì dalla provincia di Cuneo. Si procederà adesso alla firma di tutti gli enti provinciali mentre i Comuni, da parte loro, sperano non ci siano altri intoppi. E a sperarlo, soprattutto, sono quelli dell’Ovadese e della Valle Stura dove si attende l’intervento dell’Anas per riaprire una strada di primaria importanza come il Turchino. L’azienda ha spiegato che, nonostante i ritardi burocratici, la progettazione dei lavori di messa in sicurezza è alle battute finali e che si potrà riaprire a fine estate.
Sarà davvero così?
Non sembra molto soddisfatto il primo cittadino di Ovada, Paolo Lantero, che auspica tempi più stretti. Lantero ha definito “inaccettabile che si parli di riapertura a settembre, bisogna farcela molto prima, anche con sistemi di controllo del versante o con senso alternato regolato da un semaforo. Non è pensabile pensare di affrontare l’estate con la strada chiusa. Il Termo, usato come alternativa di collegamento tra Rossiglione e Ovada, si sta sgretolando per il troppo traffico, i rischi sono elevatissimi. Serve una riapertura provvisoria in meno di 15 giorni”.
Ma allora è davvero così un bene che una grossa fetta delle strade provinciali stia per passare allo Stato? Perché non poteva gestirle la Provincia? Domande che, forse, non avranno mai una risposta come anche sottolineato da Katia Piccardo, presidente dell’unione montana Valli Orba Stura e Leira, che fa da portavoce per il versante ligure e che si è detta preoccupata che, dopo due slittamenti, pure la data del 10 maggio possa non essere rispettata.