Alessandria (Andrea Guenna) – La sentenza della Corte dei Conti che ha assolto l’ex sindaco Fabbio e la sua maggioranza affermando che il dissesto approvato dall’attuale Giunta di sinistra non è responsabilità della passata amministrazione, ha lasciato allibiti tutti coloro che credevano al mantra della “colpevolezza a prescindere” del centrodestra. Non è così e la responsabilità del dissesto che, peraltro, si poteva e si doveva evitare, è da addebitare a chi, tra il 2002 e il 2007 ha fatto letteralmente esplodere il debito del Comune di Alessandria. La verità è che nel 2007 la Giunta Fabbio ha ereditato un passivo gigantesco dalla Giunta di Mara Scagni con assessore a finanze e bilancio Sandro Tortarolo. So per certo che quando Luciano Vandone si è insediato come assessore alle finanze della Giunta Fabbio guardando i conti ha scrollato la testa. Fu lo stesso Fabbio a convincerlo a raccogliere la sfida per portare Alessandria fuori dal pantano in cui era finita. D’altronde, solo un genio come il professore alessandrino poteva riuscire nell’intento e c’è riuscito. Forse è proprio questo il motivo della becera propaganda denigratoria messa in atto da Rita Rossa e dai suoi contro Fabbio e Vandone, anche se, per il fatto che la verità sta venendo a galla, si sta rivelando un boomerang. Era stato Tortarolo a generare in cinque anni un ulteriore buco (debito aggiuntivo a quello per i mutui già in essere) di 125 milioni di euro con nuovi mutui passivi per 82 milioni circa, un nuovo debito di tesoreria per 18 milioni circa, un nuovo debito verso i fornitori per 15 milioni circa, un nuovo debito verso le partecipate per 10 milioni circa. Fu così che il debito a medio – lungo termine lievitò dal 2002 al 2007 di ben il 112% passando dagli iniziali 72,994 milioni lasciati dalla Giunta di Francesca Calvo, che ha avuto però quasi 90 miliardi di lire (circa 45 milioni di euro) di contributi statali a fondo perduto per l’alluvione del 1994, a 154,781 milioni lasciati dal ragionier Sandro Tortarolo assessore al bilancio della Giunta Scagni. Debito che, con la Giunta retta da Piercarlo Fabbio, si è fermato. A causa dell’aumento del debito che si è verificato nel quinquennio 2002-2007 il costo delle rate di ammortamento è raddoppiato passando dai 5,985 milioni di euro del 2003 (bilancio Giunta della Lega) a 11,614 milioni di euro del 2007 (bilancio Giunta di sinistra) per poi sostanzialmente stabilizzarsi nei cinque anni successivi (Giunta di destra). Ma Fabbio e Vandone, oltre che a congelare il debito ereditato, hanno abilmente aumentato l’attivo patrimoniale (per maggiore garanzia finanziaria dell’ente) del Comune lasciando in eredità a Rita Rossa (ma lei non lo dice, come non dice tante altre cose), tra beni immobili e investimenti realizzati negli anni di legislatura, quasi 500 milioni di euro (comprensivi del valore aggiornato delle reti di metanizzazione, aumentato, per gli investimenti effettuati, di € 48.033.080,00). Inoltre le partecipate avevano, al momento dell’insediamento dell’attuale Giunta, un costo del personale a carico del Comune diminuito dell’11% perché gli addetti erano passati, per trasferimenti e cessioni, da 910 a 665. L’incruenta riduzione del personale e del relativo costo era dovuto proprio all’attenta amministrazione messa in atto da Luciano Vandone.
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