Genova – “Un fatto assurdo, un comportamento senza logica”. Queste le parole del procuratore Francesco Cozzi dopo la sfiorata strage di Sabato sera nella periferia Quezzi, in piazzetta Pedegoli (nella foto), intorno alle 11 e mezzo. Quattro adolescenti: Marwa, Giorgia, Gaia e Elisabeth, si danno ritrovo sulla solita panchina, per vedersi a debita distanza e scambiare quattro chiacchiere. Un’auto pirata irrompe a tutta velocità in via Daneo, manca la curva, sfonda il paletti che delimitano l’area pedonale e travolge le ragazze. L’impatto provoca una carambola, l’auto impatta con alcuni motorini in sosta che prendono fuoco e diventano un’arma scagliata contro le ragazzine. Hanno tutte tra i 16 – 17 anni. Marwa porta in grembo un bimbo di otto mesi, e ora lotta non solo per la sua vita ma anche per quella del bambino. Ricoverata d’urgenza all’Ospedale San Martino, le sue condizioni sono in miglioramento sebbene molto gravi, anche il bimbo per i medici è in buone condizioni. Sono confortanti anche i progressi di una delle amiche, operata d’urgenza ad una gamba. Nel caos generale due giovani scendono dall’auto, la spingono via dai motorini e svaniscono nella notte. Elemento chiave al fine della cattura dei pirati è stata la targa persa nell’urto e lasciata sull’asfalto. La panchina su cui le ragazze erano solite sedersi è stata spazzata via. Sul posto accorrono alcuni ragazzi che allertano i soccorsi. Alcuni residenti della zona riconoscono l’autista dell’auto, sostenendo essere un frequentatore della zona. A bordo erano in quattro, sui social hanno appena postato foto di un festino privato di poche ore prima. Nel giro di un’ora la macchina viene individuata, un Suv Bmw, sotto casa del giovane al volante: è un meccanico di 23 anni che vive insieme ai genitori in Via Tortona, a Marassi. Risulta negativo all’alcool test sebbene effettuato parecchie ore dopo il fatto. Il test anti – droga è sicuramente negativo. Dopo aver accompagnato gli amici, parcheggiato la macchina, si era inoltrato nei boschi sotto choc. La questura lo rintraccia dopo quattro ore grazie al tracciamento del telefono, mentre tenta di nascondersi tra alcune auto in sosta. È stato arrestato e trasferito al carcere di Marassi. Le accuse sono per omissione di soccorso e lesioni stradali. Oggi fornirà la sua versione al giudice, assistito dall’avvocato Pietro Bogliolo. Della fuga adesso devono rispondere altri tre giovani, che rischiano di essere incriminati per omissione di soccorso. Due già identificati, si sono dati alla macchia. Una terza ragazza si è presentata ieri sera alla Polizia. Le indagini continuano.