Agrigento – Una quindicina di migranti si sono scagliati contro i poliziotti di turno in servizio di vigilanza, davanti al cancello del centro d’accoglienza Villa Sikania di Siculiana ad Agrigento. Uno di loro, in particolare, ha aggredito un ispettore che è stramazzato a terra colpito con efferata violenza alla fronte ed è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio. Una decina in tutto gli ospiti che hanno fatto perdere le loro tracce, due ieri sera e 6 o 7 stamattina. Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo questi fatti ha dichiarato: “Massima solidarietà al collega rimasto ferito dopo un’aggressione dei migranti ospitati presso Villa Sikania, ad Agrigento. Oggi l’ennesima aggressione ai poliziotti in servizio a Siculiana, ancora un poliziotto ferito, ancora una fuga di migranti che dovrebbero essere ristretti in quarantena, due ieri sera e sei stamattina. Si è perso il conto delle rivolte presso i centri per immigrati che sono dei colabrodo, si è perso il conto dei feriti. Prima o poi ci scapperà il morto fra i colleghi, e sarà piena responsabilità di chi non interviene per cambiare le regole assurde della sorveglianza in questi luoghi dove, in questo periodo di emergenza sanitaria, operiamo in un limbo normativo e operativo che non ci consente di agire per fermare chi vuole allontanarsi. Possiamo solo sperare che restino impressionati dalle nostre divise o colpiti dalle nostre frasi persuasive, per il resto siamo là solo a prendere le botte, a essere travolti, e se i migranti disperati lo decidono a finire al centro della loro rabbia. Ci chiediamo come sia possibile a Roma continuare a fingere che tutto questo non stia accadendo. Ci sono in Italia centri non adatti all’emergenza sanitaria, da cui si sono allontanati migranti in quarantena e persino migranti positivi. Noi siamo in giro intere giornate a cercarli e tentare di riprenderli, intanto rischiamo contagi assieme ai cittadini che, però, devono essere molto ligi altrimenti passano i guai. La solita assurda ipocrisia”.