Roma – Dopo che la Corte di Cassazione ha assolto Stephan Schmidheiny, magnate svizzero di Eternit nonostante che la Corte d’appello lo avesse condannato a 18 anni di reclusione, si viene a sapere che il processo per i morti di amianto era prescritto prima ancora di cominciare. Questa la principale motivazione depositata ieri dai giudici romani che, in forza di questo verdetto, hanno annullato tutti i risarcimenti ai familiari delle vittime dato che la prescrizione del reato è avvenuta prima della sentenza di primo grado. Dal 93 infatti, anno in cui era stato ordinato dagli Enti pubblici alla bonifica dei siti, c’era stato il rinvio a giudizio nel 2009 e la sentenza di primo grado fissata al 2012, ma nel frattempo sono passati ben oltre 15 anni, quelli necessari per la maturazione della prescrizione. Il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello non demorde: “Non è una assoluzione. Il reato c’è. E adesso possiamo aprire il capitolo degli omicidi”. Proprio a fine novembre si è chiusa l’inchiesta bis questa volta per omicidio volontario sulla morte di 256 persone. Solo fra qualche mese si potrà capire se questa direzione porterà a una sentenza diversa.
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