Ventimiglia (Claudio Donzella de Il Secolo XIX) – Il mare della Riviera restituisce i corpi delle vittime dell’ondata di maltempo che si è abbattuta al confine tra l’Italia e la Francia. Un silenzioso Spoon River dell’alluvione. Sono poveri corpi straziati, nudi, scarnificati, irriconoscibili: cinque per l’esattezza, mentre un sesto è stato recuperato a Tenda, nella parte francese della val Roja, la più colpita dalla tragedia, devastata dall’esondazione del fiume gonfio di acqua, fango, massi, materiali e detriti di ogni genere, dal colle fino al mare. Sabato si aveva notizia di almeno otto dispersi, segnalati da parenti o testimoni alle autorità transalpine in val Roja. Senza contare quelli nell’entroterra di Nizza e nella piana del Var. E ora la comparsa dei cadaveri in mare stabilisce purtroppo un collegamento diretto, anche se resta qualche margine di dubbio sulla nazionalità: al momento non si può completamente escludere che tra le vittime ci possano anche essere italiani, ma tutto fa pensare il contrario, in assenza tra l’altro di specifiche denunce di scomparsa. Quello di ieri è stato un triste bollettino di guerra, un macabro elenco cominciato al mattino alle 9, quando davanti alla spiaggia dei Tre Ponti a levante di Sanremo è stato avvistato il primo cadavere, da alcuni passanti che si trovavano sulla pista ciclabile litoranea. Il corpo è quello di un uomo bianco sui 35 anni. Carabinieri, Guardia costiera, 118 dell’Asl e vigili del fuoco sono stati impegnati nelle difficili operazioni di recupero, e ora il cadavere è all’obitorio di Sanremo, ancora senza nome. Lo sguardo sulla spiaggia. Il triste copione si è poi ripetuto altre quattro volte. Qualche ora dopo, un altro corpo è stato ritrovato sulla spiaggia di Ventimiglia, se possibile in condizioni ancora peggiori. Il terzo è affiorato più a monte, lungo il fiume, e su questo si avrebbe qualche indicazione in più: potrebbe essere un francese che viveva nella zona, qualcuno dice un pastore. Nel pomeriggio, quarto avvistamento, sempre ai Tre Ponti di Sanremo. In questo caso si tratterebbe di una donna tra i 30 e i 40 anni, e il recupero si è rivelato problematico: il cadavere galleggiava tra tronchi e altri detriti, in balia della risacca, rendendo troppo pericoloso e anzi impossibile l’intervento delle motovedette e dei sommozzatori dei vigili del fuoco. Cosi quando è cominciato a fare buio si è desistito, rimandando le operazioni ad oggi, sperando in condizioni del mare più favorevoli. Infine, nel tardo pomeriggio, è stato rinvenuto il quinto corpo, davanti a Santo Stefano al Mare, chiudendo il bilancio provvisorio di un’altra giornata drammatica, in cui la Riviera si è trasformata in un cimitero.
“Mi si stringe il cuore per il mancato recupero del secondo corpo ai Tre Ponti – dice il capitano di fregata Giuseppe Semeraro, comandante della Capitaneria di porto di Imperia -, ma le condizioni in cui operare erano davvero pericolose, proibitive. Invito alla massima prudenza chi deve navigare in questi giorni, i tronchi sono un grande pericolo. Quanto all’identificazione dei corpi, sarà un’impresa impossibile almeno fino a quando non avremo un elenco dettagliato delle denunce di scomparsa. È ovvio che tutto fa pensare che queste vittime siano riconducibili a un unico evento, all’alluvione al confine italo-francese e quindi principalmente all’esondazione del Roja”.
O eventualmente ai dispersi nel resto del Sud-Est francese colpito dalla tempesta. Di solito, le correnti marine viaggiano dall’Italia verso la Francia, ma la violenta mareggiata che ha accompagnato l’alluvione si è sviluppata in senso opposto, alimentata da venti da Sud-Ovest, tali da spingere i corpi trascinati dal Roja (o dal Var a Nizza) verso la costa del Ponente ligure. Per dare loro un nome, servirà probabilmente un esame del Dna, da confrontare con quello dei famigliari che hanno presentato denunce di scomparsa. L’ipotesi che tra quei cadaveri ci possano anche essere uno o più italiani è difficile ma non escludibile a priori. Al momento ai carabinieri e alle altre forze dell’ordine non risultano segnalazioni di dispersi nella provincia di Imperia, né dai paesi della val Roja né da quelli della valle Argentina, tra Taggia e Triora, l’altra zona che ha pagato il prezzo più alto all’ondata di maltempo. Sono stati allertati anche i Comandi delle province del Piemonte, e in particolare del Cuneese, nell’ipotesi che tra le vittime ci possa essere qualche turista che percorreva la statale 20 del colle di Tenda, devastata in più tratti dall’ondata di piena. Un’ultima possibilità è che qualcuno venerdì si possa essere avventurato su qualche molo o scogliera e sia stato trascinato via da un’onda, ma le condizioni dei corpi inducono ad escluderla.