Sezzadio (AL) Max Corradi – I 25 comuni che si oppongono alla realizzazione della discarica della Riccoboni a Cascina Borio hanno firmato una convenzione per la tutela delle risorse idriche del loro territorio e si incontreranno domani sera (18 febbraio 2015) per decidere come replicare ad una lettera, che pubblichiamo a pie’ d’articolo, vergata dalla presidente della Provincia Rita Rossa che smentirebbe quanto stabilito dalla stessa Provincia di Alessandria e, fatto ancor più grave, quanto sottoscritto dall’ex presidente Paolo Filippi sull’inopportunità dell’insediamento in oggetto. I Comuni contrari erano e sono Acqui, Alice Bel Colle, Bistagno, Cartosio, Cassine, Castelnuovo Bormida, Castelspina, Cremolino, Denice, Grognardo, Melazzo, Merana, Mombaldone, Montechiaro, Orsara, Ponti, Ponzone, Prasco, Ricaldone, Rivalta Bormida, Sezzadio, Spigno, Strevi, Terzo e Visone. Si teme lo sversamento in discarica di sostanze inquinanti e di grosse quantità di metalli pesanti definiti genericamente “Rifiuti speciali non pericolosi” ma che si pensa possano contaminare la falda acquifera sottostante. Dal canto loro le ditte interessate alla realizzazione dell’opera, Allara Riccoboni e Bioinerti, temendo la bocciatura, hanno messo le mani avanti ed hanno prima minacciato una pesante richiesta danni, quindi, come vedremo, sarebbero riscorse al Tar. Per i vari comitati che si oppongono alla realizzazione che, è bene ricordarlo, avrebbe un’estensione enorme, riceverebbe 1,7 milioni di metri cubi di inerti in gran parte costituiti da smarino di risulta dal Terzo Valico. Si calcola che, stando al progetto, la discarica di Cascina Borio sarebbe raggiunta da 80 camion al giorno per dieci anni. Il geologo Luigi Foglino ha illustrato quali siano i rischi di un simile riempimento: “L’area è stata riconosciuta dal Piano di Tutela delle acque della Regione – ha detto a più riprese il geologo professor Foglino – come di ricarica delle falde utilizzate per il consumo umano ed anche come Rise, ovvero acquiferi di riserva”. I comitati, grazie al parere di Foglino ed al patrocinio legale di un noto studio milanese, avevano la meglio e la Provincia esprimeva un giudizio negativo di compatibilità ambientale della discarica con delibera di Giunta del 26 febbbraio 2014, presenti il presidente Filippi e gli assessori Gian Franco Comaschi (Vicepresidente), Raffaele Breglia, Carlo Massa, Cesare Miraglia, Graziano Moro, Lino Rava, bocciando di fatto il progetto della Riccoboni che ricorreva al Tar chiedendo subito una sospensiva e poi il riesame dell’intera vicenda per annullare la delibera della Provincia di Alessandria. Dopo tutto questo bailamme se ne esce ora la signora presidente della Provincia Rita Rossa con una lettera indirizzata agli avvocati di Riccoboni nella quale in molti colgono il suo favore per la discarica. Secondo i comitati e gli oppositori al progetto con quel documento la presidente Rossa tenterebbe di influenzare la decisione finale del Tar prevista per il mese di marzo dove scrive: “Auspico che la serietà della vostra iniziativa potrà già in quella sede trovare la corretta risposta in termini di giustizia, utile al superamento delle difficoltà operative finora riscontrate”. Cosa intende per “superamento delle difficoltà operative finora riscontrate”? Per molti non vi sono dubbi in quanto la Presidente da una parte prende tempo e dall’altra spera nel superamento delle difficoltà che hanno impedito la realizzazione della discarica. Tutto ciò in netto contrasto con quanto stabilito dal suo predecessore, nonché compagno di partito, Paolo Filippi. È un enigma, perché non si capisce come Rita Rossa possa prendere una posizione diametralmente opposta a quella della Giunta Provinciale e del partito di appartenenza, quel Pd che, nel marzo del 2013, proprio sulla vicenda della discarica, ha fatto cadere la Giunta di Sezzadio a guida paraleghista favorevole all’impianto e mandato a casa il sindaco Pierluigi Arnera. E lo fece con un colpo di mano perché riuscì a convincere otto consiglieri comunali (quattro di maggioranza e quattro di minoranza) a rassegnare le dimissioni con un unico atto alla presenza del Segretario Comunale. Si sono dimessi i due terzi dei consiglieri per cui il sindaco decadeva e la Prefetta Tafuri nominava un commissario. Ma Rita Rossa ora s’impunta, per lei la discarica si potrebbe anche fare, anche se la Provincia vera, quella eletta dai cittadini che non c’è più, era contraria col suo Presidente Filippi in testa.
Valle a capire le donne!
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