Alessandria – Si sta parlando a vanvera di Logistica alessandrina e di Terzo Valico. Un mese fa s’è svolto a Lugano un ridicolo convegno dal titolo “Un mare di Svizzera”, a proposito dell’asse logistico che idealmente congiunge i porti liguri coi mercati del centro Europa. Focus dell’evento, la nuova logistica alla luce del terremoto geopolitico (?) che ha investito anche il Mediterraneo, la scelta delle aree per la logistica e la loro competitività e, infine, quella dei registri e delle bandiere. Alessandria è stata protagonista con diversi interventi, tra cui quello del sindaco Giorgio Abonante (nella foto in alto il primo a destra), dell’assessore regionale Enrico Bussalino e del vicepresidente di Fondazione Slala, Gerardo Ghigliotto. E, naturalmente, s’è parlato di Terzo Valico. Ebbene sono tutti argomenti senza fondamento e inutili perché affrontano il nulla in quanto la logistica c’è già, e quella che non c’è ancora se la stanno facendo i privati (Amazon), mentre il Terzo Valico – legato alla Logistica – non si può e non si deve fare. Al di là del noioso convegno svizzero promosso sul blog di Nicola Porro (nella foto a destra), cerchiamo seriamente di capire perché ci si agita tanto per problemi che non si possono risolvere e, anche se riuscissimo a risolvere, la loro soluzione non servirebbe a nient’altro che a riempire le tasche dei soliti noti. Ma vediamo perché, tra i tanti problemi della logistica alessandrina (che stanno realizzando tranquillamente i privati che, meno politici vedono, più son contenti) anche quello del Terzo Valico è servito solo a buttar via miliardi dei contribuenti e a riempire le tasche dei soliti noti.
- SENZA LA GENOVA-TORTONA MANCHEREBBERO I COLLEGAMENTI FRA LIGURIA E PIANURA PADANA. FALSO.
In realtà i collegamenti con la Liguria sono abbondanti, sia tramite autostrade che strade statali e linee ferroviarie. In particolare alle spalle di Genova vi sono due Strade Statali, due Autostrade, due linee ferroviarie dei Giovi passeggeri e merci a doppio binario,
Una linea ferroviaria Voltri-Ovada a unico binario ma con già disponibile il sedime per il raddoppio. - LE LINEE FERROVIARIE ESISTENTI SONO SATURE. FALSO.
In realtà le attuali tre linee che partono da Genova-Voltri sono ampiamente sottoutilizzate. Nelle ore notturne, per lunghi periodi non transita un treno. I passeggeri che percorrono l’intera tratta Genova-Milano e viceversa non superano i quattromila. La potenzialità attuale, con una serie di piccoli interventi di ammodernamento e razionalizzazione, è di ulteriori 180 treni. Secondo lo studio Zambrini l’unico tratto con eventuali rallentamenti può essere la Tortona-Voghera, in comune fra la Milano-Genova e la Torino-Bologna. In questo caso basterebbe un terzo binario dotato di blocco automatico banalizzato per aumentarne notevolmente le potenzialità. - IL TERZO VALICO É INDISPENSABILE AL RILANCIO ECONOMICO DELLA LIGURIA. FALSO.
In realtà è vero il contrario. Togliendo risorse (e tutto denaro pubblico) alla ricerca, all’innovazione e al risanamento dell’industria in crisi profonda, e soprattutto al raddoppio delle altre linee essenziali, come la Pontremolese e la Genova-Ventimiglia, il Terzo Valico non apporterà nessun vantaggio, anzi… Per Genova il problema fondamentale è il nodo ferroviario che va quadruplicato da Voltri a Pieve Ligure. Si diceva la stessa cosa per la Voltri-Borzoli, un’opera dall’impatto ambientale disastroso che ha tolto la visibilità del mare agli abitanti di Voltri, Pra e Palmaro e Pegli. Il “mostro” di cemento vede ora il transito di due treni merci al giorno fatti venire da Savona per fare il giro sino a Ovada e Alessandria e ciò con lo scopo dichiarato di non far arrugginire i binari nuovi intaccati dalla salsedine. Duecento miliardi di lire spesi, con successivo incredibile commento: “Ci siamo sbagliati, non serviva” - IL TERZO VALICO TOGLIERÀ I TIR DALLE AUTOSTRADE. FALSO.
In realtà, tanto per cominciare, gli ormai 12 anni di cantiere necessari a costruire il Terzo Valico hanno portato sulle strade della Valle Scrivia e dell’alessandrino qualcosa come 500 camion al giorno (e alla notte) per il trasporto del materiale di scavo dai tunnel ai luoghi di stoccaggio. Con grande aumento di inquinanti e polveri. Finita l’apocalittica fase di cantiere e realizzata la Grande Opera, chi ci dice che le merci passeranno dall’autostrada alla nuova ferrovia? Attualmente il rapporto merci su ferrovia e merci su Tir è di 8 a 92. Quindi, ora, visto che i contenitori sbarcati a Genova sono 1,5 milioni e che il 40% di questi viene o reimbarcato per altri porti o va verso est e verso ovest e quindi ne rimane un milione circa, solo 75.000 container all’anno finiscono sui treni. Ammesso che si raggiunga il super eccellente risultato di passare dall’8% al 30% che tutti si augurano, si arriverà a 200.000 container all’anno, con una potenzialità attuale di ulteriori 150 treni al giorno, ossia di 2,5 milioni di teu all’anno. - CHI PROTESTA NON PENSA AGLI INTERESSI DELL’ITALIA. FALSO.
In realtà basterebbe percorrere la valle Scrivia da Tortona a Serravalle-Arquata e poi scendere dall’altra parte verso Genova per capire immediatamente quanto i circa 100.000 abitanti di queste zone abbiano già subito a livello di infrastrutture: autostrade, aree logistiche, giganteschi centri commerciali, oleodotti, raffinerie, industrie a rischio, elettrodotti. Una cementificazione selvaggia, indifferente alla tutela ambientale e addirittura priva di ogni decenza. E poi, parliamoci chiaro: qui non si tratta di interessi nazionali o chiamateli come volete. L’Alta Velocità è stata progettata come la grande truffa del secolo, con finti finanziatori, con finte necessità, con finti appalti e con un aspetto assai concreto: le unghie rapaci delle lobbies economico-politiche che l’hanno inventata. Si vadano a tal fine a leggere i verbali di Mani Pulite, degli interrogatori Necci e il libro del giudice Imposimato. Vittime di questi interessi “superiori” sono il territorio da saccheggiare, i suoi abitanti e chi realmente ha necessità di un sistema ferroviario degno di un paese civile, sistema ferroviario che non è certo quello che abbiamo sotto gli occhi oggi e ciò anche per colpa del drenaggio di risorse economiche operato dall’Alta Velocità e da coloro che ci vengono a sgridare perché non siamo capaci di sacrificarci per il progresso (il loro) e per un futuro radioso (sempre il loro). - IL TERZO VALICO PORTA LAVORO AL BASSO PIEMONTE. FALSO.
In realtà come già sta succedendo per tutte le infrastrutture in corso, si tratterebbe di lavoro precario, per mano d’opera in gran parte extracomunitaria. Inoltre le ditte appaltatrici si porterebbero tecnici e operai dalla loro Regione (ditte e buoi dei paesi suoi). Per i nostri Comuni, oltre alle difficoltà di inserire cantieri con 400-500 persone in comunità addirittura più piccole, arriverebbe anche un bel problema: la mafia e l’illegalità. Si ricordi che solo per il tentativo, fallito, tramite i cunicoli esplorativi di Voltaggio e Fraconalto, c’è stato un processo con un capo d’imputazione pesantissimo: Truffa nei confronti dello Stato. Turbative d’asta sono già state individuate a carico di uomini politici piemontesi e non… figurarsi per la realizzazione dell’opera. Inoltre, visto che si tratta di merci in transito (625 teu per posto di lavoro) e non di merci da lavorare (17 teu per posto di lavoro), ci sarà ben poco da friggere, a livello occupazionale, per gli scali di San Bovo, di Alessandria e di Rivalta, mentre le cose cambiano completamente per i proprietari delle aree logistiche più attrezzate. - LA LINEA È QUASI TUTTA IN GALLERIA. CHE MALE FA? FALSO.
In realtà fa malissimo. Il tracciato prevede una galleria di 39 km all’interno dell’Appennino. Chi ha seguito la questione della cava Cementir e dell’acquedotto della Val Lemme ricorderà gli studi che appuravano la presenza di rocce amiantifere. Respirare fibre di amianto provoca un tumore dei polmoni (mesotelioma pleurico) che non lascia scampo, e i nostri amici di Casale lo sanno bene. L’amianto è un materiale fuori legge dal 1977. Il tunnel si porta appresso tante gallerie minori, trasversali a quella principale. Si chiamano gallerie di servizio, o più simpaticamente, “finestre”. Con altrettanti cantieri, tutti a ridosso di centri abitati. Sarà un inferno di rumore, polvere, camion avanti e indietro per le strette vie dei paesi, di giorno e di notte, per altri 10 anni almeno. E ancora: la perforazione di tratti montani così lunghi vicino a centri densamente abitati potrà prosciugare le falde idriche e gli acquedotti, come accaduto per le gallerie TAV del Mugello, oggetto di processi per disastro ambientale. Inoltre l’appennino ligure sprigiona gas tossici e caldo insopportabile (è su un piccolo vulcano a due chilometri sotto) per cui all’interno del tunnel ci sono sempre (estate e Inverno) 35 gradi. Inoltre ricordiamo a tal fine le preoccupazioni del Comune di Arquata che ha espresso parere contrario all’opera. E ancora: la viabilità sarà stravolta. Verranno costruiti sovrappassi in corrispondenza di ogni cantiere. Forse queste nuove strade saranno calcolate come compensazioni all’impatto ambientale dell’opera? (per averne una vaga idea, farsi un giro sull’autostrada Torino-Milano osservando i guasti della tratta TAV Torino-Novara). - L’OPERA FA BENE ALL’ECONOMIA, PERCHÉ METTE IN MOTO CAPITALI PRIVATI. FALSO.
In realtà il costo stimato di oltre 7 miliardi di euro è tutto a carico della collettività. Tutto denaro pubblico, ma affidato a privati, secondo la diabolica invenzione del general contractor. Garantisce lo Stato Italiano. Nessun privato ci metterà un euro, soprattutto dopo l’esperienza del tunnel sotto la Manica che ha mandato in fallimento chi ne aveva acquistato i bond. I tantissimi soldi che servono a quest’opera saranno tolti alle linee ferroviarie esistenti (già disastrate), ospedali, scuole, e a tutti i servizi di pubblica utilità, oltre allo sviluppo delle energie rinnovabili destinate a sostituire il petrolio. E ancora: è già previsto che la nuova linea ferroviaria avrà altissimi costi di gestione e che sarà in perdita per decenni. Gli stessi caporioni delle Ferrovie dichiarano che ci sarà da leccarsi le dita se sarà recuperato il 15 per cento dei costi sostenuti. Ma di questo non frega niente a nessuno. Tanto paghiamo noi. - CHI È CONTRO IL TERZO VALICO É CONTRO IL PROGRESSO. FALSO.
In realtà è vero il contrario. Il progresso non deve essere confuso con la crescita infinita. Il territorio italiano è piccolo e sovrappopolato, le risorse naturali (acqua, suolo agricolo, foreste, minerali) sono limitate, l’inquinamento e i rifiuti aumentano invece senza limite, il petrolio è in esaurimento. Progresso vuol dire comprendere che esistono limiti fisici alla nostra smania di costruire e di trasformare la faccia del pianeta. Progresso vuol dire ottimizzare, rendere più efficiente e durevole ciò che già esiste, tagliare il superfluo e investire in crescita intellettuale e culturale più che materiale, utilizzare più il cervello dei muscoli. Il TAV rappresenta l’esatto contrario di questa impostazione, è un progetto vecchio e ormai anacronistico, che prevede una crescita infinita nel volume del trasporto merci (che poi saranno i rifiuti di domani), privilegia come valore solo la velocità e la quantità, ignora la qualità, ovvero se e perché bisogna trasportare qualcosa. - IL TERZO VALICO (54 KM. DI CUI 39 IN GALLERIA) FRA VOLTRI E TORTONA RILANCERÀ IL PORTO DI GENOVA. FALSO.
Esistono già cinque valichi ferroviari fra la Liguria e la Pianura Padana, con una potenzialità residua di un milione di container annuali. Nel caso di ammodernamento e potenziamento delle tre linee alle spalle di Genova diverrebbero 2,5 milioni. In caso di raddoppio della Voltri – Ovada e della Pontremolese e di interventi sulla Savona -Alessandria e Torino addirittura 10 milioni. Gli è che mai nessuno ha preso in considerazione le proposte alternative basate sul rafforzamento degli attuali cinque valichi e intanto si sono persi 20 anni, un sacco di soldi e mangerie varie, oltre ad annullare l’efficienza nelle linee esistenti su cui non si spende più un euro.