Novi Ligure (AL) – L’assessore all’ambiente di Novi Gianfilippo Casanova (nella foto) ha fatto la solita figuraccia rispondendo al sindaco di Alessandria Abonante di non essere responsabile dell’alluvione del sobborgo mandrogno di Spinetta Marengo dei giorni scorsi. È tracimato il rio Lovassina che è la prosecuzione di Rio Gazzo di Novi per il quale il Governo di Roma ha già dato nel mese di gennaio circa 5 milioni per sistemarlo. Da scaricabarile quali sono, i novesi Casanova e il suo collega nonché vicesindaco Simone Tedeschi hanno risposto all’unisono: “Si coinvolga anche Serravalle, da lì parte il corso d’acqua”. A perfezionare la solita figuraccia della giunta novese c’è il sindaco Rocchino Muliere che dichiara: “La giunta respinge le accuse. Abbiamo i soldi solo da inizio 2024″. E quanto ci mettono a sistemare il rio Gazzo che non è il Rio delle Amazzoni? In soldoni, per la signora Pina che ci legge, questi pelandroni di Novi fanno sapere che per intervenire alla bonifica di quella “pisciata” del rio Gazzo non bastano 5 milioni di euro e undici mesi (siamo a novembre) di tempo. E ignorano che le periodiche esondazioni del rio Lovassina che colpiscono Spinetta sono causate in gran parte proprio dal rio Gazzo, canale che nasce a monte di Novi, che viene intubato in città divenendone fognatura del centro, poi torna a riemergere dopo Pozzolo per proseguire in direzione Spinetta diventando Rio Lovassina. Il prefetto ci vuole vedere chiaro e la settimana scorsa ha convocato in Prefettura Casanova e Tedeschi per una riunione tecnica legata proprio al rio Lovassina e alle sue periodiche tracimazioni a Spinetta. I novesi hanno scaricato il barile al Comune di Serravalle Scrivia, dove il rio nasce, per il fatto che le attività produttive in zona rio Gazzo potrebbero incidere non poco sulla portata del corso d’acqua. Il prode Gianfilippo ammette che i finanziamenti (circa 5 milioni) sono stati ottenuti nell’ambito del Pnrr arrivati a inizio anno. È stato incaricato un professionista (che dorme) di redigere un piano idrogeologico generale della città. Quei soldi sono oggetto di un progetto che prevede il raddoppio della parte intubata (2 chilometri sui 6 dello scolmatore) e che, a regime, consentirebbe di ridurre in caso di piena la portata del rio Gazzo e, di conseguenza, la sua incidenza sul Lovassina. Ma non s’è visto ancora niente e i mandrogni, giustamente, s’incacchiano.