Alessandria – Il prossimo 25 febbraio davanti alla Corte d’Assise di Alessandria (che ha competenza territoriale) saranno processati Renato Curcio, considerato ideologo e fondatore delle Br, Mario Moretti, altro capo storico e Lauro Azzolini, ex militante. Una vicenda controversa e complessa che sembrava essersi chiusa. È stato grazie all’esposto nel 2021 di Bruno D’Alfonso (e all’avvocato Sergio Favretto), figlio di una delle vittime e che all’epoca era solo un bambino, a far riaprire l’inchiesta sulla sparatoria di Cascina Spiotta e sul rapimento Gancia: revocata la sentenza, riaperte le indagini sull’ex Br Lauro Azzolini. Accadde tutto tra il 4 e il 5 giugno del 1975 alla Cascina Spiotta, nella frazione Arzello di Melazzo. Qui erano in corso le ricerche da parte dei Carabinieri di Vallarino Gancia, importante imprenditore vitivinicolo sequestrato dalle Brigate Rosse pochi giorni prima. Quando i militari bussarono alla porta di quella casa i terroristi reagirono sparando e gettando bombe a mano: nello scontro a fuoco morì l’appuntato Giovanni D’Alfonso e altri due colleghi rimasero feriti. Morì anche Maria Cagol, moglie di Renato Curcio, mentre uno dei terroristi riuscì a sfuggire. Quest’ultimo, secondo la Procura, è Lauro Azzolini: venne già prosciolto dal giudice istruttore del tribunale di Alessandria nel 1987. Grazie all’esito delle nuove indagini (condotte anche grazie alle nuove tecnologie) è stato possibile riaprire l’inchiesta con conseguente rinvio a giudizio per quattro persone accusate di omicidio volontario: Curcio, Moretti, Zuffada e Azzolini. Quest’ultimo insieme a Cagol teneva in ostaggio l’imprenditore e poi scappò.