Alessandria (a.g.) – Federico Riboldi, assessore alla sanità del Piemonte, lo stesso che, invece di assumere medici e infermieri, vuole costruire altri ospedali in Piemonte che saranno cattedrali nel deserto a spese dei contribuenti (4,5 milioni) guiderà la task force sui Pfas (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate), presentata ieri sera all’Auditorium Marengo di Alessandria. Il gruppo di esperti (che bisogna pagare) valuterà le attività di monitoraggio, collaborerà coi cittadini e le associazioni, definirà i percorsi diagnostico-terapeutici per le persone maggiormente esposti a queste sostanze. Tutte belle parole che non dicono niente ma che piacciono tanto a primari ospedalieri (?) e agli istituti di ricerca per la seconda fase del biomonitoraggio che dovrebbe iniziare prima del 15 novembre e per il quale sarà messo a disposizione un mezzo mobile. Come al solito dalla Regione Piemonte e dallo stabilimento Solvay non si fanno attendere le solite affermazioni, per cui ci chiediamo come siano compatibili le presunte analisi eseguite in questi anni dal polo chimico con tutte le morti, i tumori e la devastazione che avviene da tempo immemore a Spinetta Marengo. Ancora oggi la gente muore e si ammala, ci rifiutiamo di accettare che la colpa sia attribuibile solo ed esclusivamente alle gestioni precedenti: le notizie di incidenti, perdite e sversamenti non controllati sono all’ordine del giorno. Non più tardi di due mesi fa Arpa Piemonte è stata allertata per una perdita di acido fluoridrico (HF) all’interno dello Stabilimento Syensqo-Solvay di Spinetta Marengo (Alessandria).
La perdita – l’ennesima – sembra essersi generata in uno dei reattori dell’area Algofrene.
La verità è che la ex-Solvay ha ricevuto in regalo una fabbrica in grado di creare enorme profitto, insieme alla certezza che avrebbe potuto continuare a inquinare indisturbata grazie alla complicità delle istituzioni e di gran parte dei sindacati. Gli è che la quantità di PFOA supera mediamente di 5 volte il limite massimo consentito e, come se non fosse abbastanza, è stata riscontrata la presenza di ADV. Nelle acque che Solvay sversa nel Bormida sono ancora evidenti le presenze di PFOA, di ADV e di C6O4.
Ogni giorno, chi abita Spinetta e dintorni lo fa con la consapevolezza di vivere accanto a una bomba a orologeria pronta a esplodere. Per questo, invece di insediare trenta esperti per analizzare il problema, Solvay va chiusa. Spinetta va bonificata. La popolazione deve avere il diritto di accedere ad uno screening completo e totale.
Forse non è abbastanza noto che l’Italia è teatro di un grave inquinamento da PFAS per cui negli ultimi tempi la Solvay è stata coinvolta in gravi episodi di inquinamento. Le indagini di ARPA Piemonte hanno rivelato alti livelli di contaminazione nelle acque e nei terreni circostanti lo stabilimento.
Alcuni reportage giornalistici hanno identificato il sito di Alessandria come il più inquinato da PFAS in Europa. Ma c’è di più: le ultime ricerche hanno evidenziato tracce di C6O4 – molecola prodotta esclusivamente nello stabilimento alessandrino – nelle acque potabili di Torino, della Val di Susa e in alcuni comuni della Provincia di Sondrio. Non c’è bisogno di commissioni che non concluderanno niente se non intascare soldi a palate per le consulenze, le istituzioni devono agire senza perdere altro tempo approvando una legge zero-PFAS. La Regione Piemonte deve seguire l’esempio di Stati Uniti e altri Paesi Europei che hanno già limitato l’uso dei PFAS, sostituendoli con alternative più sicure. Ed è tempo di una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione di queste sostanze pericolose per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini.
Tutto il resto è aria fritta e sperpero di denaro pubblico.
E allora faremo lo sciopero fiscale e soldi alla Regione, da Alessandria e dintorni, non ne arriveranno più.
Poi se volete ne parleremo anche davanti al giudice. Siamo a disposizione.