Asti – Brutto periodo per le casse di Risparmio piemontesi con relative Fondazioni. Dopo il casino del “Piano Occulto” di Fondazione Crt, ora spuntano i bilanci ritenuti farlocchi dalla Banca d’Italia della Cassa di Risparmio di Asti per quanto riguarda la prima metà del 2024. L’utile della banca crolla a 8,5 milioni di euro, un tonfo rispetto ai i 29,7 milioni della prima versione della semestrale messa nero su bianco ad agosto. Secondo l’istituto bancario astigiano – partecipato, tra gli altri, da Fondazione Cr Asti (31,8%), Banco Bpm (9,99%) e Fondazione Crt (entrata ad aprile con il 6%) – le novità, registrate solo a ottobre, sarebbero dovute alla contabilizzazione delle ulteriori rettifiche nette di valore dei crediti per 33,7 milioni di euro. Paroloni che non hanno incantato gli ispettori romani e che hanno chiesto di correggere i bilanci ritenuti farlocchi suggerendo di applicare criteri di valutazioni prudenziali per alcuni crediti. Con le correzioni, le rettifiche effettuate nel primo semestre dell’anno salgono a 76,5 milioni di euro e il costo del credito balza al 2% degli impieghi (era allo 0,75% un anno fa) con la richiesta di accantonare nei primi sei mesi, e non sull’intero anno, un fondo per crediti inesigibili o di difficile restituzione. Anche dopo l’ispezione della vigilanza, fanno da contraltare i coefficienti patrimoniali della Cassa che restano oltre le soglie minime indicate dalla Banca Centrale Europea. La raccolta complessiva nel semestre è in crescita a 18,4 miliardi di euro, +2,4% sulla fine del 2023, mentre l’andamento dei crediti verso clientela, a 7,4 miliardi di euro, è sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente (-0,63%). Aumentano, invece, i crediti deteriorati che, al netto delle rettifiche, passano da 174,9 milioni del 2023 a 260,1 milioni al 30 giugno 2024 (+48,66%). Per ridurre l’impatto dei crediti deteriorati, a giugno la Cassa di Risparmio di Asti ha ceduto sofferenze per un valore complessivo lordo di 33,4 milioni di euro.