Milano (Giusto Buroni) – La vicenda delle presunte ingerenze mafiose nelle “Curve” di San Siro e nei Parcheggi presenta aspetti sociologici preoccupanti, che meritano di essere resi noti al grande pubblico per essere dibattuti possibilmente a livello politico; cosa che stranamente non è ancora avvenuta, nonostante la gravità della situazione, che pure si può esporre in forma molto semplice. Infatti da che calcio è calcio il giro d’affari delle Squadre (delle serie A e B) è aumentato sempre più e, come sempre in questi casi, ha attirato l’interesse della malavita, genericamente indicata come Mafia, che ha assunto il controllo delle parti più vulnerabili e appetibili, in particolare l’Accaparramento dei Biglietti e il Parcheggio dei Veicoli. Tragici eventi nell’ambito delle “tifoserie organizzate” delle squadre milanesi (risse, attentati, omicidi, spaccio di droga) hanno permesso di individuare inequivocabilmente alcuni “boss” e loro fidati collaboratori (e forse autorevoli favoreggiatori) che sono stati finalmente messi sotto accusa. La notizia, diffusa da tutti gli organi di stampa con finta sorpresa, dato che da sempre queste cose succedono, e per ordine di personaggi ben noti, avrebbe dovuto suscitare un’immediata reazione di esultanza, non tanto da parte dei “tifosi organizzati” quanto da parte degli appassionati “normali”, quelli che portano la famiglia allo stadio illudendosi di assolvere così il compito di arricchire la cultura di figli e nipoti, che altrimenti si dovrebbero accontentare della “musica”, che è offerta loro in quegli stessi luoghi di aggregazione che sono gli stadi del calcio. Assieme all’esultanza, poi, ci si sarebbe dovuta aspettare l’indignazione di tutti, sportivi e non sportivi, ma soprattutto “politici”, contro la connivenza e il favoreggiamento di quelle “autorità sportive” che da sempre tollerano, se non incoraggiano, un malcostume che però procura maggior profitto anche alle casse delle Società Sportive (che poi sono collegate più o meno direttamente con l’Amministrazione Locale). L’indignazione si sarebbe dovuta esprimere come boicottaggio immediato, da parte del pubblico, di tutte le attività delle due squadre sotto inchiesta, e, da parte delle Autorità Sportive, ci si attendeva almeno un provvedimento precauzionale di “sospensione”. Invece, niente di tutto ciò: la sera stessa del comunicato sulle (possibili) malversazioni di Milan e Inter lo stadio di San Siro (o “Meazza”) ha fatto il pieno di 60.000 spettatori, quasi tutti italiani, e milanesi, per una partita internazionale (che è stata anche persa dalla squadra milanese). Di provvedimenti di qualsiasi genere da parte delle Autorità Sportive non se ne parla proprio, a parte alcuni DASPO per i facinorosi, che probabilmente li collezionano come trofei, avendo scarsissimo effetto deterrente; nei confronti delle Società, nessun provvedimento. Di fronte alla sorpresa dei più, distintissimi e venerabili (anziani) tifosi replicano scandalizzati: “La Mafia è dovunque: se a causa sua dovessimo bloccare ogni attività in cui è presente, toglieremmo la vita stessa ai cittadini”. I Politici non si esprimono: come sempre, e di questi tempi in particolare, aspettano disposizioni dai Partiti e non mi meraviglio che le disposizioni tardino ad arrivare, proprio perché l’unica cosa sicura in questa storia è che “la mafia è, davvero, ovunque” (e alcuni neanche sanno di averla in casa). Però mi resta un quesito a cui non so rispondere: in che cosa si manifesta il tanto decantato e premiato “senso civico” dei Milanesi? Per questioni anche minime si sente spesso invocare il “senso civico” dei cittadini italiani, in particolare al Nord. È sotto gli occhi di tutti che il senso civico, soprattutto nelle città universitarie, e quindi anche a Milano, purtroppo si sia ridotto all’esibizione rumorosa di cartelli con slogan colorati e coloriti, conditi con canti inneggianti genericamente alla Libertà, qualunque “cosa” essa sia, e contenenti provocazioni verso una controparte, di volta in volta designata, spesso degenerando in tafferugli con gradi diversi d’intensità, anche sproporzionati rispetto alla difficoltà di ottenere l’oggetto rivendicato. Comunque è un rituale frusto e ormai consolidato e, a modo suo, regolamentato, tanto che le giornate con queste manifestazioni, per fortuna, finiscono quasi sempre in letizia anche quando non si è ottenuto un tubo, neanche in termini di visibilità. Ma dicono che sia un modo per i giovani di socializzare, manifestando per una giusta causa, con grossi vantaggi per l’autostima e contro lo stress. Eppure nel caso specifico delle due squadre milanesi inquinate da Mafia o ‘Ndrangheta che sia, il combattivo Cittadino Italiano, o meglio il Giovane Milanese, ha mostrato di non curarsi di avere la Malavita in casa purché gli venga assicurata la partita di calcio quotidiana, possibilmente internazionale. Un Milanese su venti anche quella volta era allo stadio, pur sapendo di fare un grosso favore alla Mafia. E l’Amministrazione Milanese, che pure così facendo mostra di essere assoggettata alla Malavita organizzata, non ha fatto niente per scoraggiarlo. E non parliamo di quello che gli è costato, tra biglietto da bagarinaggio e parcheggio abusivo, perché allora dovremmo chiederci di chi si parla quando ci mostrano le code chilometriche di presunti affamati davanti al “Pane Quotidiano”, e i padri di famiglia che non arrivano alla fine del mese perché “tartassati dalle tasse e dall’aumento dei costi dell’energia” e, ho sentito con le mie orecchie, “non possono permettersi una serata in pizzeria con la famiglia almeno una volta alla settimana”; e ancora mi vengono in mente le lamentele sul costo proibitivo “di lettini e ombrelloni in spiaggia”, che fanno seguito a quelle (invernali) sul costo giornaliero degli “impianti di risalita sui campi di sci”. Sono queste le aspirazioni degli ex-giovani della generazione di Greta Thunberg che si lamentava di essere stata depredata del Futuro a causa del comportamento smodato dei padri e dei nonni che invece li avevano tirati fuori dalle conseguenze della guerra mondiale. Sono disposti a venire a patti e a convivere con Mafia e ‘Ndrangheta pur di riprendersi quel Futuro. E apparentemente in questa occasione non s’è notata differenza di comportamento tra i simpatizzanti dei due poli politici che stanno finendo di rovinare l’Italia, facendo a gara a chi sistema più amici e parenti in posti-chiave dell’Amministrazione e della Finanza (e magari dell’Antimafia).