Alessandria (Max Corradi) – Essere “al pian dei babi” (al pianoro dei rospi o al livello dei rospi) significa, in sostanza, non capirci nulla e non riuscire ad andare da nessuna parte. È quello che sta succedendo ad Alessandria e a Novi a proposito del servizio idrico integrato (ossia all’acqua bene pubblico). A prescindere dal fatto che i due gestori della rete (Amag e Acos Reti Idriche e Gestione Acque) sono tecnicamente sull’orlo del fallimento e continuano a farsi causa spendendo un sacco di soldi pubblici in consulenze legali e avvocati, ora sembrano sfumati anche i 15 milioni di euro del Pnrr per gli investimenti nelle due reti cittadine colabrodo che nel 2022 hanno perso circa il 28,9% dell’acqua immessa nella rete (Fonte: Ufficio Studi CGIA -Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre). Eravamo stati ancora una volta facili profeti quando il 2 agosto scorso scrivemmo del disastro imminente (leggasi l’articolo “Le armate Brancaleone AMAG Alessandria e ACOS Novi, praticamente fallite, continuano a litigare!”). In breve: l’autorità d’ambito (EGATO 6), praticamente il soggetto pubblico preposto alla garanzia e ai controlli del sistema idrico integrato, è stata diffidata dal Ministero delle Infrastrutture (titolare dei fondi Pnrr) e da Arera (Autorità nazionale per l’energia, le reti e l’ambiente) a rispettare la legge vigente che impone un unico gestore per tutto l’ambito di riferimento. Alessandrini e novesi che pensano di essere più furbi di tutti ne hanno tre e, come detto, due di loro continuano a litigare e non pensano neppure lontanamente a far pace o a sposarsi. I sessanta giorni di tempo imposti come scadenza alla nostra autorità d’ambito sono tranquillamente trascorsi con un nulla di fatto (e anche questo l’avevamo previsto). Con ogni probabilità, salvo qualche “inciucio” politico che ai nostri amministratori di provincia, peraltro, non riesce quasi mai, i 15 milioni di euro del Pnrr assegnati ad Amag Reti Idriche per gli investimenti sono già volati via; peccato che Amag ne abbia già speso una parte col risultato che: ceduta Alegas a Iren, abbandonata Amag Ambiente al primo pretendente privato di passaggio, con Amag Reti Idriche piena di debiti al punto che non può pagare, gli amministratori del gruppo sono ora con le mutande in mano cercando di prostituirsi ancora una volta alle grandi multiutility (A2A e Iren) per svendere le azioni di Amag Reti Gas in barba alle leggi che obbligherebbero la messa in gara della rete del gas e non della società. Si sa che dalle nostre parti i controllori dormono essendo in sempiterno letargo ed è impossibile disturbarli. Non meglio se la cava Gestione Acque che disperatamente si aggrappa al contenzioso con Amag in quanto, se dovesse perdere, porterebbe subito i libri in tribunale, visto che solamente scrivendo e mantenendo crediti per oltre due milioni di euro a carico di Amag è riuscita a chiudere in pareggio gli ultimi bilanci. Con ogni probabilità dovrà essere messo a gara l’intero sistema idrico integrato dell’alessandrino e del novese. I novesi più “sgamati” si sono già accaparrati l’alleanza di Iren (socia di Acos) nella presentazione dell’offerta di gara, mentre gli alessandrini che si credono tanto furbi, ma che in realtà sono dei sempliciotti alla Fantozzi, non resterà che regalare tutto ai più forti vicini di casa. Povero sindaco Abonante: forte coi deboli e debole coi forti. Si sa che al mattino un furbo e un pirla si alzano, e se s’incontrano, l’affare è fatto.