Al concerto che si è tenuto al Royal Albert Hall di Londra il 29 novembre del 2002 – in occasione del primo anniversario della morte di George Harrison avvenuta il 29 novembre del 2001 – splendida interpretazione di “My Sweet Lord” il brano spirituale di George Harrison, primo numero uno in classifica di un ex Beatle che lo pubblicava il 28 novembre 1970, primo singolo solista che anticipava l’uscita dell’album “All Things Must Pass”. Un brano spirituale dall’incredibile successo che rischiò di bloccare per sempre la vena creativa di Harrison. Unico non ebreo dei Beatles insieme a Paul McCartney, George faceva il suo gioco, seguiva il suo percorso che portò i Beatles in India nel 1967 e che dopo lo legò per sempre alla spiritualità orientale. Un percorso di ricerca per trovare George fuori dai Beatles e dentro se stesso.
Harrison cominciò a scrivere “My Sweet Lord” mentre era in Danimarca col suo amico Eric Clapton e il “Quinto Beatle” Billy Preston, un trio che era diventato una band nella band, del resto l’assolo nella sua While My Guitar Gently Weeps opera di Clapton è l’unico vero intervento di un artista esterno ai Beatles in una delle canzoni dei Fab Four.
“My Sweet Lord” è una canzone spirituale con cui Harrison cercava di avvicinarsi sempre di più alla sua divinità e cercava di dare una voce universale a tutti, senza distinzione di razza e religione.
Preghiamo anche noi ascoltando queste note toccanti e, oserei dire, trascendenti. E vogliamoci bene.
Perché Dio ha molti nomi, si è rivelato in posti diversi e in tempi diversi, e questa è la canzone che lo ricorda.
Nel video, oltre a Eric Clapton e Billy Preston, fra gli altri, anche il figlio di George Harrison Dhani Harrison, Ringo Starr, Paul McCartney, Gary Brooker dei Procol Harum.