Novara – Il settore dell’imballaggio (packaging, in barbaro) va di record (latino) in record in Italia, con 9,23 miliardi di fatturato, con un’esportazione pari a 7,26 miliardi, con una progressione continua, tra il 2021 e il 2023, che dovrebbe essere confermata anche per il 2024. Le aziende che realizzano questo tipo d’impianti si concentrano principalmente lungo l’asse della Via Emilia (in barbaro “Packaging Valley”) con distretti produttivi anche in altre regioni, tra cui il Piemonte, quarta a livello nazionale dopo Lombardia e Veneto per numero di aziende (60 su 594, di cui 26 nell’Astigiano), per fatturato (con oltre 554 milioni contribuisce per il 6% al totale) e per numero di addetti (3.135 su 21.811). L’Ucima (associazione confindustriale di categoria) ci dice che il settore dell’imballaggio è leader nelle esportazioni di macchine grazie all’innovazione, all’alta qualità dei macchinari e alla capacità italiana di adattamento. In base ai bilanci si viene a sapere che primeggia l’industria alimentare (cibo e bevande) col 57,1%, con propensione all’esportazione tra 74,5% e 83,3%. Seguono il mercato dei tessuti e del tabacco (18,4% del totale), seguito da quello dei farmaceutici (16,2%), per chiudere con quello dei cosmetici e dei prodotti chimici con quote inferiori. La formazione del personale avviene principalmente all’Accademia (in barbaro Academy) di Borgomanero (NO), espressione di Confindustria Novara-Vercelli-Valsesia che ha come obiettivo la formazione d’eccellenza sia per il distretto industriale di rubinetti e valvolame, che per le imprese locali che utilizzano soluzioni di manifattura avanzata. Proprio il novarese diventerà decisivo in questo contesto grazie ai collegamenti rapidi con Malpensa e il progetto di una stazione intermedia per l’alta velocità Milano-Roma e Torino-Parigi.